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Le 10 cose che mi insegna il tango dopo qualche mese

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Le 10 cose che mi insegna il tango dopo qualche mese

Ballo tango da pochi mesi, da ottobre, poco, pochissimo, considerando il corso una volta la settimana, gli impegni, gli imprevisti. Eppure sta diventando un prezioso maestro. Ecco cosa mi sta insegnando:

  1. uno più uno non fa due ma molto di più. Si balla nell’abbraccio e nell’ascolto, la coppia è molto più di una somma fra due persone, è proprio un nuovo prodotto (nel senso matematico) che prima non esisteva;
  2. l’errore è un’opportunità. Se non si capisce un passo o dove è il peso o si perde il contatto, si sta con quello che c’è e si trasforma quel che non ha funzionato in qualcosa che mandi avanti il ballo, insegni a essere creativi, insieme. L’errore non è tale, è solo un’occasione di improvvisazione. Diamogli il benvenuto e molliamo le ansie da perfezionismo;
  3. pazienza, ci vuole pazienza. Le cose arrivano quando arrivano, non quando vorremmo che arrivassero e così quel giro, quel passo o quel gancio, non viene quando ci pensi, ci provi e ci riprovi ma arriva quando vuole lui, quando è maturo, come un fico su un albero, inutile incaponirsi;
  4. sì all’impegno no allo sforzo. Bisogna mettercela tutta, essere presenti, attenti, fare le cose con impegno e determinazione ma guai a irrigidirsi nello sforzo: le gambe si inchiodano e si impedisce al flusso di scorrere, alla musica di guidare, al tango di essere;
  5. la fiducia si coltiva. Fiducia in se stessi, nel corpo, nell’altro, nel maestro, nella coppia, nella musica. Si può abbandonare un po’ di io-mio-me e lasciarsi andare a quel che emerge canzone dopo canzone, abbraccio dopo abbraccio, respiro dopo respiro;
  6. il presente è il luogo migliore in cui abitare. Se cerchi di anticipare il futuro, prevedere un passo, ti perdi la bellezza del momento e rovini quello prossimo;
  7. sentirsi belle aiuta. Per chi come me non mette mai i tacchi e predilige la praticità all’eleganza, mettere una scarpa bella e un vestito con lo spacco è un modo di giocare e sentirsi vive e belle, una vita in più;
  8. stare insieme è una questione di equilibrio. Io non devo aggrapparmi, tu non devi stringere, io devo trovare il mio asse, tu il tuo, io non devo accasciarmi, tu non devi tirarmi. Dobbiamo sostenerci, donarci senza pesare, accogliere senza giudicare. Solo così sarà tango;
  9. quando il maestro è pronto l’allievo arriva. Dice lo zen. Ci si sceglie per risonanza, si balla con chi è affine, non contano l’età, l’esperienza, conta il trovarsi, il fidarsi, il creare insieme;
  10. ogni lungo viaggio comincia con un piccolo passo. Sono all’inizio, sono consapevole di non sapere fare quasi nulla, umile ma entusiasta. Mi scuso con i ballerini che proveranno a farmi ballare in milonga. Tenete presenti queste righe.

 

Foto di Preillumination SeTh su Unsplash