Imparare a cadere come le foglie a novembre
A volte si cade. Si scivola, ci si inciampa, si mette male un piede et voilà.
Sarebbe bello imparare a cascare come le foglie a novembre. Pesano poco e tutto cambia ma cadono con leggerezza e grazia, danzano sospinte dal vento, galleggiano nell’aria e toccano la terra con la dolcezza di un bacio.
L’impressione è che manchi del tutto lo sforzo di resistere alla caduta. La foglia non si guarda intorno cercando un posto più adatto di quello in cui si trova, non ha paura che sia il momento sbagliato e che forse domani cadrebbe meglio, non teme che le altre foglie stiano lì a sghignazzare di lei che va giù. Perché quello è il destino di tutte, prima o poi.
La foglia cade, con delicatezza, bellezza e sapienza. Viaggia verso la terra che la riporta a casa, a volte risale e sembra volare, non fa rumore, non strepita e soprattutto non resiste. Si abbandona alla caduta con la saggezza dei milioni di foglie che l’hanno preceduta, con la speranza di trasformarsi ancora. Senza irrigidirsi, senza preoccuparsi e senza opporsi. Si affida alla natura e al flusso sapiente della vita, senza darsi troppa importanza.
Ecco, vorrei cadere con la grazia di una foglia.