Sono stanca. Sono stanco. La nuova risposta a: ciao come stai?
Ciao, come stai? Bene, un po’ stanca. E tu? Stanco morto.
Siamo tutti stanchi. Sfiniti. Forse siamo affaticati, spossati, stressati. Magari siamo tristi o preoccupati. Ce lo diciamo tutte le volte che possiamo: al telefono, di persona, sui social. La vita è uno sbadiglio continuo. La stanchezza è come il nero. va bene con tutto: siamo stanchi perché è ora di andare in vacanza, siamo stufi di essere immobili, siamo arrabbiati con la pandemia e con la guerra, siamo preoccupati dal clima che cambia, dalla pioggia che non arriva, dalle crisi del pianeta, delle nostre situazioni relazionali e familiari. Ma cosa rispondiamo? Sono stanco. Sono stanca.
E intanto la stanchezza cresce e si moltiplica: le ore passate al computer, gli zoom-meet, il lavoro che ti raggiunge anche nei weekend e a tutte le ore, quella mail proprio prima di andare a dormire. La stanchezza è dopante: quando manca la si cerca. Ma una soluzione c’è: ascoltarsi di più e preservare delle isole di ricarica. E qui c’è chi dice: ma io non posso. Si può quasi sempre. Ecco qualche esempio:
- silenzio da telefoni e altri device: per 1o minuti, un’ora, un pomeriggio, un giorno;
- immersioni in natura: una passeggiata in montagna, un tuffo al mare ma anche un parco, un fiume, un albero, una pianta da accudire,
- sport: stancare il corpo per ricaricare la mente. Riconoscere la stanchezza fisica e magari dare altri nomi alle altre sensazioni;
- rallentare quando si può;
- respirare: si può sempre ma spesso non ce ne accorgiamo, portare consapevolezza all’aria che entra e nutre e uscendo porta via un po’ di stanchezza;
- sfoltire: eliminare qualche peso morto che ci piace portarci addosso;
- ringraziare per quel che c’è;
- ridere di noi e della nostra stanchezza.
Buona estate di ricarica.
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