Ciliegia, insegnami ad assaporare tutto quello che arriva
Quell’istante prima. Proprio quello. Prima del primo morso di un frutto che torna dopo un anno di assenza. Prima del primo bacio. Prima che lo spettacolo inizi mentre le luci si abbassano. Lì ci sono i semi del tutto, le potenzialità infinite di un’esplosione, la magia del non sapere. Proprio lì il tempo lineare si ferma, si entra in un non-tempo magico, sospeso, non più passato e non ancora futuro. Tutto diventa possibile, intenso, aperto e in qualche modo facile: non si può non essere in quel flusso naturale che sente dove andare. Non ci si può sbagliare.
Vorrei essere capace di portare quella curiosità, apertura ed effervescenza nelle papille, negli occhi e nel cuore anche nelle cose ordinarie, sentire sempre quel brivido della prima volta, anche sbucciando una mela, lavando i denti, stendendo le lenzuola. A volte riesco a sentire che ogni istante è rito, presenza, esserci. A volte mi lascio impigrire dal fare, esco dall’essere e lascio che l’automatismo spenga i colori, i suoni e i profumi con una patina opaca. Ma quando me ne accorgo, in quell’istante in cui riesco ad essere presente, grazie alla mindfulness, allora tutto diventa vita, gratitudine, magia. La consapevolezza illumina gli istanti, semina straordinario nell’ordinario, porta agio nel disagio.
Ciliegia, insegnami ad assaporare tutto quello che arriva, bene e male, bello e brutto, divertente e faticoso, con la stessa voglia di guardarti, toccarti e morderti.