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L’allegra mestizia o triste allegrizia del Natale e come farci pace

presepenero

L’allegra mestizia o triste allegrizia del Natale e come farci pace

Arrivano le feste e con loro quella malinconia struggente che accompagna ogni fine anno. Ci sentiamo così perché le giornate sono corte, arrivano i bilanci di come è andata, cosa abbiamo realizzato, cosa abbiamo perso, chi non c’è più, cosa non ha funzionato, desideri frustrati, progetti perduti, disastri. Arriva quel senso di allegra mestizia: sentiamo di dover festeggiare ma proprio non ce la facciamo, come un’eco delle letterine spedite da piccoli e mai arrivate, una lista di desideri rimasti appesi a un albero che non esiste più. Poi, a momenti, arriva anche una leggera felicità, sommessa, come una speranza, qualcosa che si accende ma è velato di malinconia, foschia, ricordi. In fondo le feste sono cose da piccoli e crescendo hanno il sapore di qualcosa che non tornerà.

Ecco un piccolo decalogo per abitare questo periodo in serenità. Come tutte le cose passerà, ma intanto possiamo cambiare punto di vista, uscire dal solito io-mio-me che ci intrappola:

  1. non fare finta che non esista e stare in apnea fino al 6 gennaio, quindi accoglierlo senza commento negativo: non è l’odiato periodo natalizio, è solo il periodo natalizio, senza “orrido”, “brutto”, “faticoso”, “triste”;
  2. impegnarsi nella creazione di un albero o presepe o decorazione che ci piaccia, meglio se insolita;
  3. cominciare la giornata con una cosa che ci faccia sentire bene e farlo in piena consapevolezza: ascoltare Chopin, massaggiarci con l’olio di mandorle, bere una spremuta di agrumi fresca;
  4. nutrire la nostra bambina o il nostro bambino interiore natalizio con qualcosa che facevamo allora: il calendario dell’avvento, la letterina dei desideri, etc;
  5. bere ogni giorno un tè o una tisana diverso aggiungendo un giorno il cardamomo, un giorno la cannella o la scorza d’arancia o quel che ci piace: annusare, tenere la tazza calda fra le mani, sorseggiare con lentezza;
  6. scrivere o telefonare a qualcuno che non sentiamo da un po’ senza aspettare che lei o lui faccia il primo passo;
  7. accendere ogni sera una candela e osservarla per qualche minuto: i confini della fiamma che danzano nello spazio, la parte più interna più blu vicino allo stoppino, la cera che si illumina e scioglie;
  8. accogliere la stanchezza dell’anno che finisce e concederci qualche momento di riposo in più;
  9. fare una cosa bella di nascosto a tutti: un regalo anonimo, una donazione, della beneficenza;
  10. calcolare quante volte al giorno diciamo “dopo Natale” e se sono più di tre, sorriderci e cercare di non dirlo una quarta.

Buone feste!