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Viaggio in Islanda per elementi: fuoco

vulcano

Viaggio in Islanda per elementi: fuoco

Che tutto sia uno e non ci sia separazione fra gli elementi lo abbiamo raccontato qui parlando di acqua. E per contraddirci meglio, dopo l’acqua viene il fuoco.

Fuoco vuol dire avere la sensazione di camminare su un drago addormentato, un vulcano pronto a svegliarsi ed eruttare. Tutto ribolle sotto i piedi e le rocce sono nere e tutto fuma. E l’acqua termale è fuoco che si raffredda. Le viscere della terra parlano fuochese con accenti di zolfo e le nostri parti fuoco si accendono volando verso l’alto, con piccole esplosioni, anche di felicità.

Non so se è perché sono un segno di fuoco ma il fuoco è casa, è sentire che l’eterno mutamento è l’unica costante, è permettere al ribollire di essere e poi di evaporare. Coi suoi tempi. Senza spegnere nulla.

E che potenza ha un geyser. Non sapevo che “Geysir” fosse un nome proprio di un geyser islandese che ora dorme. Ma al suo fianco ogni 5,8 minuti ecco un fratello che sbuffa, vivo e imprevedibile, primordiale e selvaggio.

E a me il fuoco fa dormire a scatti, mi sveglio piena di energia, sono energia. Il fuoco è sacro. Sacro è respirare il fuoco. Cerchi sacri intorno a lui. Il fuoco distrugge l’ego, purifica, lascia emergere l’essenza. Il fuoco è dentro, ha bisogno di terra per poggiare e di vento per alimentarsi. L’Islanda fa vivere il fuoco nel ghiaccio. Ed è meraviglia pura.