Viaggio in Islanda per elementi: aria
E così siamo arrivati all’aria. l’ultima tappa del viaggio in Islanda. Dopo acqua, fuoco, terra.
Aria è il cielo di un azzurro cristallino che si copre di nuvole, aria è la voce del vento che a volte è così impetuoso che ti ci puoi appoggiare sopra e hai paura che ti porti via.
Che aria tira
Aria è l’atmosfera rarefatta, magica, bellissima. L’aria è così pulita, persino nella capitale, Reykjavik, che si sentono gli odori del bagnoschiuma delle persone che passano per strada e gli effluvi delle cucine. Aria è sentire il profumo del timo artico e dell’aneto. Aria è l’odore leggero di zolfo che esce dai rubinetti nelle zone termali e che ti lascia la pelle liscissima. Aria è la ragazza che esce a stendere le lenzuola al vento e al sole fra un temporale e le prossime nuvole. Aria è atmosfera, vita all’aria aperta anche se fa freddo, aria è la pelle del viso che si deforma quando il vento te la modella, aria è respirare sentendo che non stai facendo nulla per riempire i polmoni, ma sei respiro dell’aria, piccola parte del tutto che ti circonda. E ti viene da dire grazie.
Lo spazio vuoto
Aria è soprattutto spazio vuoto senza nessun bisogno di riempirlo, anzi. Il bisogno di vuoto e di silenzio cresce ogni giorno. Ne cerchi ancora e ancora. Lo spazio fra una fattoria e l’altra, lo spazio immenso dell’orizzonte che non sembra finire mai. Aria è stare ore per strada senza incontrare nessuno. Aria è sentire quella piccola fitta di disagio quando nel parcheggio ci sono altre auto e altri turisti con i loro gusci tecnici e scarponcini da trekking. Lo spazio del cielo non ha confini, lo spazio intorno ha il sapore speciale di essere su un’isola, forse su un drago che dorme. Aria è quel baretto in mezzo al nulla che ricorda il Bagdad Cafè. Aria è lo spazio delle braccia aperte che cercano di assorbire più aria. E cielo. E natura.
E quando torni ti manca l’aria.