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Yoga e animali: saggezza e sapienza del corpo che fluisce

Foto di Ryan Grewell su Unsplash

Yoga e animali: saggezza e sapienza del corpo che fluisce

Ieri sera, preparando la pratica di yoga online, ho pensato di seguire un viaggio che seguisse la filogenesi della nostra esperienza di bipedi terrestri: dal mare alla conquista anfibia della terra fino alla quadrupedia e poi alla posizione eretta.

Ho fatto una lista che partiva da matsyasana, il pesce, si trasformava in bhujangasana. il cobra, diventava kurmasana, la tartaruga, passando per makarasana, il coccodrillo, per poi diventare marjariasana, il gatto e poi adho mukha svanasana e urdvha mukha svanasana, il cane a testa in giù e in su, ustrasana, il cammello per poi sollevarsi magari in un guerriero.

Poi è successa una cosa emozionante come spesso nella pratica capita: gli animali mi sono venuti a trovare, si sono presentati, non tanto nell’ordine della mia ricostruzione dall’acqua alla terra ma ogni forma suggeriva la successiva e così sono comparsi, seguendo la logica di aperture e chiusure e la danza del movimento altri esseri viventi:  paksinasana, il gabbiano, shikasana, il pappagallo, mentre eravamo in piedi; hamsasana, il cigno, shalabhasana, la locusta. karandavasana, l’anatra mentre eravamo a pancia in giù; dalla posizione in ginocchio sono apparsi vartakasana, il colombo e ardha vatayanasana, il mezzo cavallo; da sedut  merudandasana, l’orso, krauncasana, l’airone, a quattro zampe è arrivato chatakasana, l’usignolo.

Tutto questo, oltre a ripassare i nomi in sanscrito, per dire che lo yoga ci insegna a seguire il flusso, a stare con la canzone del corpo, la musica del movimento. Il flusso è naturale, si crea nel suo svilupparsi oltre il pensiero cognitivo, oltre le strutture. Questa è la meraviglia dello yoga: la realtà che si dispiega nel suo farsi, più potente del pensiero e dei progetti, proprio come quando srotoliamo il tappetino. A noi non resta che ascoltare, osservare e lasciarci plasmare dallo yoga abitando il corpo con il respiro e coltivando la presenza.

 

Foto di Ryan Grewell su Unsplash