Le cose che ho imparato da Paola: grazie maestra!
Un grande maestro, si sa, è quello che riesce a tirare fuori il meglio di te. È quello che capisce le tue potenzialità e ti aiuta a esprimerle. Quello che con pacche sulla spalla o critiche severe o sorrisi ti insegna a trovare la tua via, spargendo raggi di luce su un cammino quando a te sembra ancora buio.
Un vero maestro è quello che non vuole che diventi un suo clone, ma che fa di tutto perché tu diventi migliore di lui. Senza invidia e con tanta generosità.
Paola Ziliotto era così. Sono stata sua allieva per due anni, poi da animo inquieto quale sono, ho sentito l’esigenza di imparare altro. Mi ha suggerito di provare e sperimentare. E così ho fatto. Poi sono passata alla danza afro e poi indiana e ora alla capoeira. Ma questa è un’altra storia.
Paola mi ha insegnato a sentirmi bella. Quando mi faceva camminare con la schiena dritta, il peso un po’ in avanti e lo sguardo sicuro ripetendo come un mantra “sono molto bella, sono molto amata, c’è un mistero in me” non mi insegnava solo quello che una volta si chiamava portamento, mi incoraggiava ad affermare il diritto di stare al mondo a testa alta, fiera dell’essere forte e fragile insieme.
Anche se era solo un passo, mettendoci l’energia e l’intenzione giusta poteva diventare un bel passo. Semplice, pulito, stiloso.
Quel piccolo passo davanti allo specchio doveva tenermi compagnia, trasformarsi nel modo di porsi in una riunione, attraversare la strada sulle strisce, andare a una festa, prepararsi per un primo appuntamento, salire su un palcoscenico.
Paola mi ha insegnato che anche quando non ti senti bella affatto, puoi giocare a sentirti incantevole. Come una diva.
Paola mi ha insegnato a volermi bene. Ad amare il mio corpo per come è, con i suoi rotolini o i suoi spigoli, il mio viso per le sue rughe o i suoi brufoli…
Ogni danza era una lezione di autostima e di sicurezza.
Quando le ho presentato una coreografia sulla musica della pantera rosa era entusiasta. Il fatto che avessi adattato a quelle note jazzate e maliziose i movimenti sinuosi della danza orientale, la riempiva di orgoglio, era come se l’avesse fatta lei. Una gioia autentica.
Quando le ho chiesto consigli sui film in cui fosse presente la danza orientale per il mio libro Cinema e danza, storia di un passo a due, mi ha offerto il suo archivio. Quando le ho detto che il capitolo era stato segato dall’editore, era più triste di me.
Quando le ho detto che avevo bisogno di esplorare altre danze per continuare il mio viaggio, mi ha capita, anima inquieta come me. Anima assetata di bellezza, di cultura, di viaggi e di scoperte.
Paola mi ha insegnato a insegnare con passione, dedizione, fantasia e la voglia di far sorridere chi ho intorno.
Grazie di tutto, Paola.
La tua pantera