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“El tango te espera”. Grazie per esserci ritrovati

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“El tango te espera”. Grazie per esserci ritrovati

“Dance, dance, otherwise we are lost”. Diceva Pina Bausch.
Senza danza non si può stare. Da praticare, studiare, guardare, leggere, scrivere. Tutto è danza.
Per lei sono partita per Wuppertal ai tempi dell’Università, per lei ho vissuto 3 mesi a Mumbai e sono stata più volte a Bhubaneschwar mescolando accademia e pratica.
La danza è corpo-mente, movimento, flusso. Mi insegna la disciplina, la dedizione, la resistenza alla frustrazione. Quante volte avrei mollato una classe di Odissi in India!
Bulimica di balli, venti anni fa avevo provato tango ma non era il momento: non ero pronta. Ora è tornato perché “El tango te espera” ti aspetta, come canta Anibal Troilo.
E così, passo dopo passo, sui tacchi, all’indietro, imparo a fidarmi di chi guida, ad ascoltare, a sentirmi tutt’uno con l’abbraccio e la musica.
La strada è lunghissima ma intanto eccomi sul palco del Conservatorio a un saggio della scuola PrimoPasso che ringrazio per l’ospitalità e l’accoglienza con Mario Bevione che mi porta. Grazie soprattutto al maestro Marco Cucinotta per la passione e la pazienza e ad Emilia Spatuzzi che ha il talento di incoraggiare quando serve. Sempre.