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Sono afflitta da aperi-fobia. Ecco le mie 10 paure

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Sono afflitta da aperi-fobia. Ecco le mie 10 paure

Adoro le ore del tramonto, quando tutto cambia e niente resta per più di un istante. In quel momento di solito lavoro. Ma quando sono libera c’è il rischio che scatti l’aperitivo, o peggio l’aperi-cena o l’aperi-chissàche.

Niente di male a dedicarsi un “aperiritivus” che apre la via alle secrezioni gastriche. Meraviglioso un bicchiere di Timorasso con grissini o una birra con due olive. Ma tutto con garbo, igiene e distanza.

Il problema è nei locali con i vassoi al bancone o nelle case. Lì mi scatta la “aperi-fobia”. Ovvero il terrore di quello che succede al cibo. Ecco le mie 10 personali ossessioni:

  1. la manica o il polsino dell’avventore/trice che finisce nella ciotola e tocca i cibi;
  2. la forfora che rischia di spolverare i vassoi lasciata con nonchalance da quel signore appoggiato al bancone;
  3. la mano che fa cadere un paninetto a bordo piatto e lo ributta su furtivamente;
  4. il colpo di tosse mal assestato o una gocciolina di saliva che viaggia;
  5. le cose crude che dovrebbero stare al freddo e che si squagliano nei vassoi, fra tutte la maionese;
  6. le contaminazioni fra cose che non stanno bene insieme e che invece sono lì, unite;
  7. salse e creme e cose pasticciate che non si capisce cosa contengano;
  8. il temibile finger food, perché le dita, prima di trovare il loro sedano ripieno ne toccano altri 3, non parliamo delle cose prendibili a manciate;
  9. paste e risotti che diventano freddi e cose che sono più buone fredde e che si scaldano;
  10. le posate usate per cose con le uova o con il pesce usate dove rilasciano profumi fuoriposto.

Sono l’unica ad avere questa fobia?

 

 

 

 

Foto di Giacomo Alonzi su Unsplash