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Le prime lezioni di tango e la leggerezza di esserci

Le prime lezioni di tango e la leggerezza di esserci

“El tango te espera” ha detto la mia insegnante Aurora. Ti aspetta. Tanti anni fa, una quindicina, ci avevo provato ma non era il momento. Adesso credo lo sia.

Amo alla follia gli inizi, le pagine bianche, il non sapere. Pavese diceva: “L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante”.

Ho cominciato tango ed è bellissimo. Perché non so nulla, devo ascoltare, sentire, assecondare il leader, senza decidere, senza anticipare, senza fare nulla di più di quello che mi si chiede. Anni fa ero impaziente, non riuscivo. Ora ci provo.

Noi follower potremmo iniziare a studiare 6 mesi dopo i leader che devono stare sulla musica, decidere i passi, farsi capire, non scontrarsi con altre coppie. Nel mio non sapere e non avere aspettative si annida tutta la meraviglia e lo stupore di riuscire a stare in coppia godendo dell’abbraccio e di piccole cose e, ballando con qualcuno più esperto, fare persino qualche passo.

 

Tango e canottaggio: i leggeri e i pesanti

Ho avuto un flash ballando che mi ha riportata all’altro amore di questo periodo: il canottaggio. Cominciando le cose superati i 50, quindi senza grandi aspettative di carriera, ho capito questo: l’abbraccio è come una barca. Ci sono partner a tango e ci sono equipaggi di due tipi: i leggeri, sorridenti e aperti che prendono quello che arriva con levità, che sia il pestone o la secchiata di acqua, che accolgono l’errore ridendoci sù, che sono felici anche solo di essere lì, di solito hanno le spalle basse, il cuore aperto e sorridono; e poi ci sono i pesanti, spesso ansiosi e rigidi, di solito hanno il trugno, le spalle vicine e il cuore incassato, sono quelli che ti investono di mille regole anche solo guardando come sei vestita, quelli che a ogni passo o a ogni palata devono salvare il mondo e tu che hai appena iniziato sei la loro linfa ideale. A tango l’ultima volta (terza lezione) un signore alto mi faceva dei tztztz scuotendo la testa ogni volta che non capivo cosa fare. Ecco sono gli stessi che vedono prima cosa non va di cosa va quando salgo in barca.

Visto che sono una principiante in entrambi i casi e ho i neuroni a specchio sensibili, vorrei dire grazie a tutti quelli che mi fanno remare o ballare con loro nella leggerezza, nella felicità e nella voglia di sperimentare perché da voi imparo tanto. E vorrei anche dire grazie ai “c’è qualcosa che non va”, “tztztz” e scuotitori di testa. Sono della prima scuola e spero di attrarre sempre più simili desiderosi di divertimento, piacere e leggerezza che non vuol dire fare le cose male o in modo non serio ma certo non serioso e senza prendersi troppo sul serio.

Photo by Serhii Kindrat on Unsplash