Top

India del Nord giorno 5: Manali e i suoi templi

Manali

India del Nord giorno 5: Manali e i suoi templi

La giornata di oggi è dedicata ai templi e alla città di Manali. Piove tantissimo e ho il ciclo. Sto bene ma un po’ di mal di testa c’è. Mi chiedo come faccia un ciclo irregolare come il mio, da sempre, che ogni tanto comincia a saltare un turno o due vista l’età, a scegliere nei viaggi sempre il momento più impegnativo per manifestarsi. Per noi sarà domani con la notte in campeggio a 4.200 metri arrivando dai 2.000, ci penseremo domani.

Il primo tempio, dopo aver comprato 2 giacche impermeabili di plastica lunghe fino ai piedi, è Hidimba Devi immerso in una bellissima foresta di cedri. Dedicato a Hidimba, moglie di Bhima, personaggio del Mahabharata (uno dei Pandava) è stato costruito nel 1500 ed è tutto di legno. I tetti spioventi ricordano una pagoda di legno scuro con 4 livelli sovrapposti.

Le sculture di legno sono bellissime e sono quasi tutte dedicate alla dea Durga, ma ci sono anche animali, motivi floreali, scene di danza. Non avevo mai visto le sculture di un tempio induista in legno, un misto di calore e bellezza fragile. Fa freddo, bisogna togliersi le scarpe e la moquette verdina non è piacevole, c’è un cagnetto che gioca fra i piedi e si prende un sacco di coccole. All’interno c’è una grande roccia dove si sarebbe poggiata la dea.

Intorno yak, venditori di zafferano e occhiali da sole (ma pioveee!!!)

Visitiamo sopra la vecchia Manali il Manu temple, l’unico in India dedicato a Manu, fondatore della città. Di legno e mattoni, è stato rimaneggiato più volte ed è più bella la posizione del tempio. Bello poi scendere a piedi nelle viette strette di old Manali mentre continua a piovere: ci sono tantissimi roof top, terrazze in cima alle case, molte gestite e frequentate da israeliani (con scritte in ebraico) che negli ultimi anno hanno fatto di Manali e del Ladakh una località di villeggiatura dove rilassarsi dopo l’impegnativo e lungo servizio militare, 36 mesi per i maschi, 24 per le femmine.

Beviamo un tè (ma perché tutti in bustina?) e poi andiamo a vedere Vashisht, tempio collegato a fonti sulfuree, dove bagniamo i piedi nell’acqua calda e piacevolissima. Continua a piovere.