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La mindfulness e l’arte di sgusciare piselli: la felicità sulle dita

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La mindfulness e l’arte di sgusciare piselli: la felicità sulle dita

La primavera ha il profumo dei fiori ma anche quello verde della clorofilla che inebria, rilassa e diffonde una promessa sottile. Una volta odiavo le attività ripetitive. Nella mia voracità di vita e di esperienze, pensavo che dedicare del tempo a qualcosa che più o meno si presentava nello stesso modo fosse noioso o inutile. Due cose da rifuggire, chissà perché.

Da qualche primavera e a ogni nuova manciata sempre di più, adoro sgusciare i piselli. Mi seggo sul balcone al sole, le gambe incrociate, un foglio di giornale per gli scarti e una scodella per i legumi puliti.

 

Sgusciare in consapevolezza

Ascolto il crocchiare delle bucce quando affondo l’unghia del pollice nel bacello, lascio che le mani si inumidiscano e il profumo di sparga. Ogni tanto ne assaggio uno crudo, quando sono piccoli e tondi. Mi lascio sorprendere da ogni nuovo involucro: alcuni sono sodi e promettono grandi frutti, altri sono grinzosi e poi dentro tondi e invitanti. Non bisogna lasciarsi ingannare dalle bucce, ognuna ha una storia e una vita. Eccoli, ora piccoli che restano distribuiti sui due lati, come i denti di una cerniera, ora gonfi e tutti ben distanziati come rematori in una lunga canoa. Quando ce ne sono un po’ nella ciotola affondo la mano e sento il rumore, sonoro e croccante; li smuovo, qualcuno ha una piccola codina bianca di germoglio. Sono lisci e compatti. Li guardo bene, anche il verde non è sempre uguale ma ci sono sfumature delicate.

In più, sgusciare i piselli scalda il cuore. Porta dritto nel mondo dei ricordi, quando nonna Solina nella cucina con il balcone spalancato sui tetti di Torino e un grande tavolo in centro, ci intratteneva con storie, racconti e noi piccole, eravamo felici di aiutarle. Ma torniamo al presente.

 

Respiri e piselli

Sbucciare i piselli diventa una pratica di mindfulness, un esercizio di consapevolezza e allenamento alla meraviglia. I bacelli sono un po’ come i respiri. Sembrano uguali ma ognuno è unico e irripetibile. Ciascuno ci ancora all’irripetibile unicità del momento. Se portiamo attenzione a quello che accade, all’esperienza, a quello che sentiamo con tutti i sensi vivi e curiosi, scompare ogni traccia di noia e ripetitività. Ci apriamo alla possibilità di sentire il corpo, coltiviamo l’intenzione di prenderci cura di ogni singolo istante, ricevendo in cambio centinaia di informazioni. Ci alleniamo a vivere con attenzione ogni più piccolo dettaglio, movimento e imperfezione. Con stupore e gratitudine. E la vita diventa più bella.