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Come mi sento dopo essere stata volontaria alla Rowing for Paris Paralympic Games 2024

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Come mi sento dopo essere stata volontaria alla Rowing for Paris Paralympic Games 2024

Lo scorso anno ho raccontato qui la prima esperienza da volontaria alla Rowing for Paris Paralympic Games 2024 organizzata dall’Armida, la società canottieri di cui faccio parte.

Quest’anno parto dalle magliette. Non l’avrà visto nessuno ma nella scritta “Rowing for inclusion” c’è un doppio spazio fra la G e la F. Una piccola imperfezione che rende più saporita la vita, più varia. Siamo tutti imperfetti e speciali.

In un caldo da agosto più che da ottobre, mi è stata affidata una squadra. Un lavoro da mastino: controllare che ragazzi e ragazze fossero puntuali alle gare, stare con loro. Un delicato lavoro di mediazione soprattutto con chi allena e chi accompagna. All’inizio ero percepita come un elemento intrusivo e fastidioso, poi, piano piano, è finita bevendo insieme Punt e Mes.

Cosa ho imparato

Quello che ho imparato è che spostando l’attenzione da io-mio-me a quello che succede e collaborando per un fine comune, tutto diventa fluido. Lo insegna il fiume.

E allora, prima cosa: sorridi perché 1) ti rilassi, collo e spalle si aprono e il cuore ha più spazio, 2) le emozioni sono contagiose, e se intorno i ragazzi e le ragazze a anche gli allenatori un po’ ostici percepiscono morbidezza si ammorbidiscono. I tuoi spigoli si sciolgono, così i loro.

Seconda cosa, mettersi al servizio. Prima del mi piace, non mi piace, siici, in quello che serve. Non sono qui per me. Sono qui per aiutare il fiume a scorrere. Aiutare chi sposta barche, chi fa salire, chi urla al megafono, chi timona, chi è preoccupato di aver perso una scarpa, chi ha caldo, chi ha il naso che cola e non ha un fazzoletto. Lo sanno bene allenatori e allenatrici che accompagnano le squadre tutto l’anno. Grazie per il vostro lavoro.

Terza cosa. Presenza, esserCI con quello che succede, onorando quello che emerge istante per istante, che sia acqua, sudore, piccola crisi. Sono qui per te.

Emozioni e gratitudine

Ci sono state tante emozioni, tantissime quando con le gare “remare in libertà” con gli ospiti degli istituti penitenziari. I chip ai piedi, la forza, la voglia di vincere qui e nella vita. Molti momenti divertenti, ad esempio quando, tutti pronti a partire con la gara al remoergometro, un atleta ha dato il via prima dei giudici.

Da questi weekend che durano 85 ore si torna con più domande che risposte. Tantissima gratitudine per tutto quello che si ha. Basta un attimo o un cromosoma che tutto diventa difficile ma anche speciale.

Eravamo in tant* e abbiamo fatto tanto, gocce di fiume che, insieme fanno un mondo bello, coeso, intenso, che scorre e va e tutt* abbraccia e fa sentire accolt*.