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Scendere dalla centrifuga e aprirsi alla meraviglia

Foto di Towfiqu barbhuiya su Unsplash

Scendere dalla centrifuga e aprirsi alla meraviglia

Mi sono persa.

L’estate dei tempi lunghi e dilatati e della luce che arriva presto e va via tardi è un elastico stirato al suo massimo che ora, lasciato da un’estremità, vibra impazzito con onde che lo rendono impossibile da recuperare. Non c’è tempo per niente. Tutte e tutti ci lamentiamo che stiamo facendo troppe cose insieme, sovrapponiamo e disdiciamo appuntamenti, inseguendo mostri inesistenti. Una ripartenza caotica e collettiva. Come se dovessimo riappropriarci di qualcosa e se non lo prendiamo al volo poi chissà che fine fa.

In particolare mi sembra folle come comunichiamo: iperconnessi, ipermessaggiati e messaggianti. Mando un whatsapp per dire che invierò una mail e magari un sms per chiedere se la mail è arrivata. Ricevo un whatsapp che chiede se disturba, rispondo “chiamo fra un’ora”, chiama lo stesso. Squilla il telefono. “Disturbo?”. La non risposta è già un sì. Ma se rispondi e dici “Ora non posso, possiamo sentirci dopo?” ecco che arriva un “ma era solo per dirti che…”.

No, c’è qualcosa che non va. I social, la pandemia, l’intelligenza artificiale, non so. Rispondiamo a domande che nessuno ci fa mettendo la vita in piazza, fotografando situazioni instagrammabili. E non rispondiamo a quelle che ci fanno perché siamo troppo occupati a sbrodolare. Non leggiamo i messaggi perché sono troppi, le chat grondano cose inutili e quando ce n’è una importante la perdiamo. Non prevediamo come gli altri e le altre si possano sentire nella nostra corsa disattenta. Non rispondiamo a qualcuno o siamo iperreattivi e rispondiamo di fretta e con mille refusi.

Io per prima. Non sto accusando nessuno in particolare, annuso solo il mondo. Mi sono accorta di essere in questa centrifuga e voglio scendere. Anche se medito, vogo, leggo, pratico yoga, ascolto musica classica, scrivo. Non basta. Voglio fare un po’ di ecologia nel modo di stare al mondo. Voglio essere più attenta. Sorridendo di più, sentendo di più le persone intorno a me, coltivando le amicizie, nutrendo chi e cosa ci fa bene, dicendo dei bei no. Voglio godere della luce dell’autunno, sentire le foglie secche scricchiolare sotto i piedi, guardare gli alberi cambiare colore, scorrere sul fiume senza strappi, bere un bicchiere di vino con le amiche senza guardare l’orologio, improvvisare un pranzo all’ultimo, cambiare piani, accogliere l’inciampo e trasformarlo in meraviglia.

Foto di Towfiqu barbhuiya su Unsplash