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Le relazioni asimmetriche: io, mio me. Ecco perché non funzionano

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Le relazioni asimmetriche: io, mio me. Ecco perché non funzionano

Iniziamo una relazione chiedendo leggerezza. Siamo uscite da storie complicate (e quale storia non lo è), ci meritiamo qualcosa di piacevole e leggiadro, sorridente e complice e dopo poco… sdeng! Portiamo, noi per prime, tutti i macigni irrisolti della vita, dalla focaccia rubata all’asilo in poi. L’altro a specchio ci segue. Tutta la leggerezza pouff. In realtà era: sii leggero tu così accoglierai tutto il pesantume mio.

 

 

Iniziamo una storia chiedendo di farci ridere. Sapiosexual sono le persone che si fanno sedurre dall’intelligenza prima di tutto. Partiamo sorridendo, apprezzando le battute, l’umorismo, l’ironia. Dopo un po’ l’intimità porta a ridere ma anche a piangere insieme, ad attraversare le valli degli umori. In realtà era: tu fammi ridere, io faccio cosa posso.

 

 

Iniziamo una storia chiedendo fedeltà assoluta, anche se mascherata da libertà, è più bello. In passato ho sofferto di abbandoni e tradimenti e adesso vorrei sapere che ci sei. Però io posso non esserci quanto mi pare perché sono un essere speciale. Tu no, anzi, anche dopo che ci saremo mollati continua ad essermi devoto, mentre io posso salpare per nuove rotte. Non postare foto con le nuove fidanzate mentre io posso fare tutto quello che voglio. In realtà era: tu scegli me, io scelgo tutto.

 

 

Credo di aver capito una cosa: ci avviciniamo agli altri come spiriti affamati, con la pancia grande ma un collo troppo stretto che fa sì che non ci saziamo mai. Pretendiamo di riempire i vuoti della vita, stile salvami tu, ma non siamo capaci di aprire il cuore ferito e lo lasciamo lì stritolato, stitico, calcolatore, sempre attento a misurare quanto riceve e mai intento a dare e basta. In qualche modo puniamo chi arriva nelle nostre vite dandogli la responsabilità di salvarci dai nostri insuccessi e dalle insicurezze, di colmare le nostre voragini. Molto spesso la facciamo e basta. Senza saperlo, senza consapevolezza e senza intenzione. Il problema è che tra poco ci presenteremo da una nuova persona con gli stessi buchi e gli stessi bisogni. Noi bambini affamati e l’altro costretto a essere adulto. Per un po’ la curiosità ci farà andare avanti con la leggerezza, le risate, l’esclusività e poi incapperemo nella solita pesantezza. Anche tu sei rimasto bambino? Ma come ti permetti? Uffa. E scapperemo ancora. E così via.

Questo post è al femminile solo perché mi è più facile. Ma ciascuno può cambiare tutti i sessi che vuole, è solo che mi stanno antipatici gli asterischi.

 

Photo by OB OA on Unsplash