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Sagittario ascendente castagna: l’autunno è il mio momento

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Sagittario ascendente castagna: l’autunno è il mio momento

Sono nata a novembre, in autunno torno a casa.

Mi piace pestare le foglie secche, sentirle croccare sotto i piedi e percepire la sofficità umida della terra. Mi piace il tempo d’autunno in cui ogni istante è nuovo: il tappeto color ruggine, ocra, bruciato; cogliere la danza silenziosa delle foglie che cadono: quelle che vorticano intorno a un asse che non si vede, quelle che disegnano geometrie sospese, indecise, quelle che pluf e sono giù.

Mi piace la malinconia, che poi è “la felicità di essere tristi” come diceva Victor Hugo, mi piace la luce che illumina feroce dopo la pioggia, il grigio che imbozzola tutto, l’esigenza di rallentare, il respiro che diventa fiume, le cose come sono, senza trattenere nulla, lasciare andare.

Ma più di tutto mi piacciono le castagne. Passeggiare sotto i castani, ascoltare le loro voci antiche e sagge, pungermi le mani con i ricci, provare a sgusciarle, ammirare la gestione attenta dello spazio, le famiglie che si creano: le solitarie, le prepotenti che schiacciano una o due delle altre per trionfare panciute, le umili che si assottigliano per far crescere le altre, le paritarie che si dividono la casa a metà, le organizzate, le caotiche; mi piace la gamma di sfumature che ricordano i capelli lisci al sole.

Più di tutto mi piace cuocere le caldarroste sul fuoco: l’incisione, la padella bucata, il crepitio, l’odore di gusci neri, il bianco delle crepe che diventa giallo, il calore che entra in profondità, lo strofinaccio di cotone e la coperta di lana che le avvolge. Un rito antico che sa di domeniche uggiose. Torno bambina. Mi piace sgusciarle e scaldarmi le mani, avere i polpastrelli neri e roventi, un po’ insensibili perché cotti. Mi piace il cuore fumante di quando le spezzo, il morso che incontra morbidezza e croccantezza ma non sai quando, il tepore che continua a scaldare, anche di notte. Mi piace il vino rosso che pulisce il palato e fissa il calore. Mi piace condividere e bere e sorridersi ed esserci, morso dopo sorso, sorso dopo morso. Mi piace dormire con le castagne nella pancia, diventare un po’ bosco e finalmente sentire mani e piedi caldi.

Mi piacciono così tanto perché mi assomigliano: spesso sono pungente, urticante, rigida. Corazzata per proteggermi. Ma se non ci si spaventa e si sa come prendermi, sono anche carnosa, morbida e generosa. Pronta a scaldare le mani, il cuore e l’anima.