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Abbracciare gli alberi e sentire la vita che pulsa

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Abbracciare gli alberi e sentire la vita che pulsa

Quante cose mi perdo

Spesso, vorrei dire a volte ma invece accade spesso, sono giudicante, presuntuosa e snob. Bello, vero? Mi capita con le cose di moda, che siano libri, scarpe o attività. Mi viene una naturale antipatia. Penso: se piace a tutti non può piacere anche a me, sono così speciale io. Per questo difetto perdo un sacco di opportunità.

Ad esempio è successo con gli alberi. Che camminare nel bosco faccia bene è intuitivo e sperimentabile. Lo è da prima che i bagni di foresta e lo Shinrin yoku, l’arte giapponese di connettersi con l’energia della natura, andasse di moda. Niente, per me pensare di abbracciare gli alberi era una cosa new age, sciocca, inutile. E così non l’ho mai fatto.

 

Prima la testa poi il corpo o?

Poi sono usciti molti studi e libri e ricerche sul potere delle piante, i loro diritti, il modo segreto che hanno di comunicare, il cervello diffuso, l’ecologia affettiva. Ho letto qualcosa. Saggi e poesie. Ma soprattutto mi è venuta curiosità. Di sperimentare col corpo. Non di sapere con la testa ma di immergermi, assaporare, stare a contatto.

 

L’abbraccio con l’albero

Ho provato a non sapere e a vivere quello che arriva al momento presente. Stando e respirando. Ho abbracciato uno dei miei alberi preferiti al Valentino, quello che si sta spogliando più velocemente, quello che sta lasciando andare l’abito giallo per mostrare le sue ossa nude, scure e bellissime.

Ho chiuso gli occhi e appoggiato piano il cuore sul tronco, come chiedendo permesso, poi una guancia sulla corteccia, le braccia intorno. Era caldo e vibrava. Ho sentito qualcosa scorrere insieme, la sua linfa, il mio sangue, il nostro esserci nello stesso momento, come se fossimo fatti di una sostanza molto simile. Siamo stati lì, da fuori immobili, da dentro in dialogo, in uno scambio nutriente e vivo, gli ho chiesto consigli, me li ha dati, generoso, pacato, radicato. Gli ho sorriso, anche lui l’ha fatto. Ho sentito qualcosa sciogliersi dietro lo sterno, aprirsi in profondità, è arrivata un’onda delicata di benessere, pace e armonia. Un sorriso interno. Meno io, più noi. Nei giorni dopo, la sensazione di serenità e contatto è continuata: stare bene insieme. Essere, creature dello stesso universo, fragili e senzienti. Tornerò ad abbracciarti presto albero 278.