A mia sorella Marinka
Pantera
profumata
tu sei
passi
eleganti
tango lento
corse
e capriole
soffio
di luce
e polvere,
sguardo
oltre il
rettangolo
di cielo
chiamato
finestra,
sottile
terra forte
sogni e sussurri,
la psicologa
nella classe
dei matti
madama
che borbotta
con me
madama
“che bravo quello lì”
sorella di banco
filo e rasoio
respiri di carta
ginocchia sbucciate
bambina
in cortile
anima scorticata
di graffi
e domande
troppe
una volta
nella testa
ombre scure
silenzio dei grandi
risate,
rossa
barbabietola
e avocado
fili d’erba
e boschi
bianchi,
petali
e onde
e calici di vino
puntute parole
sillabe vigili
e note rotonde
larghe
rane
in bocca
quando
Amleto parla benese,
lacrime sulle foto
delle case yemenite
senza filo
a piombo
sul mare
io di giorno
e tu di notte
gli scogli
del vivere
gli abbracci
slabbrati
i baci non dati
i morsi
gli amori
mandati
via
con la prima nebbia
l’odore
della ruggine
in primavera
può ancora
nevicare
fiocchi di fiato
balzi di pizzo,
ogni giorno
mi insegni
la meraviglia
paziente
del dono
l’aria improvvisa
l’amore nudo
il fruscio
spietato
dell’istante