Mindulness o consapevolezza. Diario di una mente refrattaria
La mia mente è scimmia e riluttante. Salta da un ramo all’altro, è scettica, impaziente e si annoia subito. Pensa di poter controllare tutto. Fa yoga ma poi critica tutti, soprattutto se stessa. Inganna. Sa che il corpo non mente mentre lei sì. Mi fa trabocchetti continui. È scaltra, evitante, compulsiva con la scusa dell’intuito o del pensiero laterale. Si arrotola nelle sue spirali e mi stritola.
Allora le ho fatto una proposta. Facciamo queste 8 settimane di protocollo MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction). Ci sono benefici provati (a lei piace l’aspetto scientifico, si sente rassicurata). Tu fai e io racconto cosa ti succede. Ha accettato. E questo è il mio diario. Anche questo un modo per facilitarmi il compito. Se so che posso raccontare, sto già meglio.
Non racconto le pratiche condivise ma sono quelle solitarie a casa.
Day1 week1
Mi sdraio sul tappetino da yoga con cuscino e coperta e ascolto il file. Ci hanno detto che i primi giorni saranno duri. E che saremo più stressati. Io sto lì a percorrere il corpo e le sue tensioni e in qualche modo aspetto lo stress. E lo stress non arriva. La mente scappa, va alle cose da fare, va alle mani che si raffreddano, si svuota, ritorna, si chiede quanto tempo sarà passato, ritorna, ha la tentazione di aprire gli occhi, ritorna. Ma lo stress non arriva. Anzi, quando vado a dormire sento come un senso di pienezza anche se ho appena scoperto che per un errore mi è stata addebitata una bolletta da un sacco di soldi, anche se il mio lavoro prosegue per incertezze, anche se c’è sempre qualche problema da risolvere. Quasi mi manca quel senso di vuoto e un po’ di rabbia che avevo negli ultimi tempi.