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“Keeper”: la gravidanza inaspettata vista da un adolescente al TFF

KEEPER

“Keeper”: la gravidanza inaspettata vista da un adolescente al TFF

Un figlio a 15 anni contro il volere dei genitori

Su La Stampa, 26-11-2015

Gli adolescenti e il Tff. Un abbinamento consolidato nel tempo, da quando il festival si chiamava Cimemagiovani ed esplorava tematiche legate ai ragazzi e dal premio speciale a «Tous les garçons et les filles de leur âge», serie di 9 film realizzati fra il 1993 e il 1994, ideata da Chantal Poupaud, commissionata da ARTE e con contributi bellissimi di André Téchiné, Chantal Akerman, Claire Denis, Olivier Assayas, capaci di raccontare gli adolescenti attraverso la musica, i sogni e i desideri.

In «Keeper» di Guillaume Senez, regista franco-belga amante dei film di Mike Leigh e Abel Ferrara, i quindicenni Maxime e Mélanie scoprono di aspettare un bambino. All’inizio sono spaventati, non sanno neanche come fare il test di gravidanza, lui le chiede: «Sei sicuro che sia mio?», lei si arrabbia, piange, scappa. Poi fra oscillazioni, paure e dubbi, Maxime decide di tenerlo ed è pronto a tutto per convincere Mélanie. I genitori di lui accettano la situazione ma la mamma di lei proprio non ne vuole sapere perché ha vissuto la stessa cosa da giovane, con sua figlia. Dice a Mélanie: «Non fare cazzate!», lei risponde con un pugno che va dritto allo stomaco: «Io sono una cazzata?».

Il focus del film è sul punto di vista maschile alle prese con una scelta impegnativa ma pronto ad assumersi le proprie responsabilità, raccontato con sensibilità e delicatezza. Maxime decide e pensa come un adulto ma è fragile come un bambino. O forse è il contrario. Maxime è un «keeper», colui che tiene, ma anche un portiere che vorrebbe sfondare nel mondo del calcio. Come «un portiere non può vincere una partita, può solo salvarla», così Maxime è impotente di fronte alla scelta di Mélanie.

Ha dichiarato il regista: «Quello che cerco non è originalità, ma equilibrio e accuratezza nella prospettiva maschile e adolescenziale in cui è narrato questo percorso; cerco veridicità nell’interpretazione entro un cinema realistico». La freschezza nasce da un modo di procedere per improvvisazioni, senza copione: «Non do agli attori una sceneggiatura, lavoriamo insieme per trovare autenticità emotiva. Non dirigo i miei attori, li accompagno».

Il risultato è un film che non prende posizione a favore dell’aborto, dell’adozione o di tenere il figlio, ma mostra un ventaglio di pareri e sentimenti in cui riconoscersi di volta in volta. Con l’immediatezza e gli sbalzi di umore, la sete di vita e il bisogno di amore dell’adolescente che è in noi.

Oggi alle 16.30 al Reposi 3, domani alle 9.45 al Reposi 3, sabato alle 14 al Lux 3.