India del Nord giorno 13: dai 5350 metri di Khardong-La a Nubra Valley
Oggi saliamo a Khardong-La, 5350 metri. Lah vuol dire passo, Ladakh è la terra dei passi. Forse l’ho già detto. Ci sono lavori in corso e quindi le code di macchine bianche ferme ad aspettare. Ormai mi sto affezionando: si scende, si guarda cosa succede, si respira quel poco di ossigeno che c’è, si socializza. In cima c’è la neve ma non fa freddissimo. Stare così in alto per pochi minuti, il tempo di una foto e un viaggio in auto non ha impatto sul corpo, a parte tantissima pipì, nessuna fame e una leggera euforia. Sono le notti ad essere problematiche.
Scendiamo a Nubra Valley, bellissima, aperta e con tanto sole. Intorno le montagne che si sgretolano, la sabbia alla base, il vento, il cielo blu, superblu.
Visitiamo il monastero di Deskit (o Diskit), digradante sulla valle. Qui c’è un Buddha Maitreya, il Buddha del futuro (maitrī in sanscrito, mettā in pāli è la benevolenza). Rivolta verso il Pakistan per prevenire altre guerre, alta 32 metri, costruita nel 2006 con donazioni di oro da parte dei monasteri locali, è stata consacrata dal Dalai Lama nel 2010. Buddha Maitreya è venerato da tutte le tradizioni buddhiste.
All’interno del monastero molte statue sono coperte e vengono scoperte solo in occasione dei festival in cui ci sono balli in maschere e costumi che raffigurano la lotta del bene sul male. A proposito, una leggenda dice che qui abitasse un demone e che sia stato ucciso ma la sua testa e la mano siano da qualche parte. Spesso in questi monasteri si ha la sensazione di presenze, quasi sempre amiche ma anche inquietanti. Ogni tanto immagino che prendano vita, mi sembra che sorridano o facciamo smorfie ma forse è solo l’altitudine.
Visitiamo poi Hurdur, che è mezzo chiuso e molto moderno e poi andiamo nel piccolo bungalow di legno che ci accoglie in mezzo alla natura. Bellissimo. Caldissimo perché oggi c’è stato il sole, poi la notte ghiaccia alla stessa velocità della temperatura esterna. L’acqua calda oggi è solo un’idea ma va bene così. In compenso nella quiete della natura a 3150 metri, fra alberi e montagne innevate parte a un volume insostenibile una musica orribile gestita dal campeggio. Che fare? Per fortuna alle 22 finisce: è il momento di sprofondare sotto i piumoni.