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Facilità e felicità: quando una “a” sorride e diventa “e”

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Facilità e felicità: quando una “a” sorride e diventa “e”

Stamattina, meditando, mi ha fatto visita una parola. A volte arrivano canzoni, stupidaggini, intuizioni, un po’ di tutto. Spesso le persone che iniziano a meditare dicono che non riescono a “non avere pensieri”. Non si tratta di fare il vuoto (magari!) ma di imparare a stare con cosa c’è e riconoscere ciò che arriva, istante per istante, senza farsi travolgere da sensazioni (mi fa male il sedere, ho caldo, una goccia di sudore cola), emozioni (rabbia, paura, sorpresa, felicità, tristezza, disgusto) e pensieri (che ci faccio qui? avrò spento il gas? devo comprare l’anguria, etc).

 

Felicità è facilità?

La parola che mi ha visitata mentre cercavo di riportare l’attenzione al respiro è “facilità”. Mi sono chiesta cosa avesse in comune con “felicità”: quasi un anagramma, tutte le lettere tranne una a che diventa e come per sorridere. Facile sarebbe l’abbreviazione di facibilem, fattibile, da facere, fare, qualcosa che può essere fatto in modo agevole, senza troppi ostacoli. Felice deriverebbe dal verbo latino feo e greco phyo, produco, e avrebbe a che fare con la fecondità.

 

Facilità è felicità?

Per me facilità e felicità hanno in comune un senso di pace e di saper godere di quello che c’è. Nei Niyama degli Yoga Sutra di Patanjali è Santosha, la contentezza e la soddisfazione. Non voglio banalizzare dicendo che ciò che è facile rende felice o che è facile essere felici ma quando le cose scorrono a volte siamo felici e non lo sappiamo. Per anni ho vissuto relazioni Sturm und Drang dove tutto era fuoco, problema, soluzione, conflitto, dramma, alto, basso, altissimo, bassissimo. Avevo anche un po’ paura ad abbandonare questo modello perché mi teneva viva anche se drenava troppe energie. Poi è arrivata una storia diversa, dove tutto è facile: cucinare insieme in 2 mq, decidere cosa fare, dove andare, che film vedere, che sentiero percorrere, a che ora svegliarsi dopo aver dormito abbracciati, come supportarsi senza soffocarsi. E ridere, prendersi in giro, stuzzicarsi, tenere tutto a fuoco vivo ma nella facilità. Ed è facile, nel senso che tutto si fa, davvero. E sono felice.

 

Photo by Chris Thompson on Unsplash