
Lo zen e l’arte di scrivere una tesi sullo zen
Scrivere una tesi di laurea, master o dottorato è faticoso. Interessante, bello, appassionante ma anche uno stress, soprattutto se non si hanno più 20 anni e se lo si fa nei ritagli o nelle pause da lavoro. Tutti i “si ma” del mondo che possiamo trasformare in “anche se” per vivere meglio. Soprattutto, se è una tesi in mindfulness, anche il modo di affrontarla dovrebbe essere mindful.
Ecco alcune regole che mi pare abbiamo funzionato. Per questo le condivido:
- scegli un argomento che non solo ti piaccia ma che proprio risuoni nella pancia. Se non hai gli occhi che brillano mentre ne parli scegline un altro;
- scegli un argomento di cui sai già qualcosa. Bello accettare le sfide dell’ignoto ma il comfort di ritrovare qualche parte quasi fatta non ha prezzo;
- scegli un titolo che ti consenta, se è possibile, di fare un’esperienza speciale. Le parole sono carta, le esperienze entrano sottopelle. Vivere qualche giorno in un monastero zen in Giappone è indimenticabile;
- raccogli la bibliografia con cura e precisione, come fai la bibliografia è come fai tutte le cose;
- leggi e scheda al tempo stesso: io uso dei post-it colorati e nella pagina iniziale del libro segno tutti i temi che mi interessano e che diventeranno citazioni;
- non avere fretta di iniziare a scrivere: meglio avere le idee chiare e l’indice srotolato che buttare giù parole senza sapere dove andranno;
- stai leggera/o. Il libro dei samurai, l’hagakure, dice di affrontare le cose serie con leggerezza e le cose leggere con serietà. Vale scomporre la tesi in capitoli, paragrafi, pezzetti e occuparsi di una cosa per volta, un passo dopo l’altro. Un lungo viaggio comincia con un piccolo passo;
- prima di scrivere siediti in zazen e medita, anche solo 10 minuti, non è tempo sprecato. Sarà tempo guadagnato in concentrazione e attenzione;
- quando scrivi scrivi. Via i social, via whatsapp dal computer, via il telefono da sotto il naso;
- quando scrivi scrivi. Tieni la letteratura interessata intorno alla scrivania e via il resto, nel periodo di scrittura non leggere romanzi e non guardare serie tv; ogni tanto riposa: cinema e weekend, amici e affetti;
- confida nell’emergere. Anche se hai un indice, apriti al momento presente, all’intuizione, ai ricordi che riaffiorano, agli insight improvvisi, ai collegamenti creativi della mente non discorsiva;
- sii grata o grato per quello che stai scoprendo o esplorando senza preoccuparti troppo del risultato finale e soprattutto non dimenticare di divertirti mentre scrivi, almeno un po’. Non è una condanna ma una splendida opportunità: sei nata/o dalla parte giusta del mondo, hai potuto studiare e continuare a farlo, sei viva/o e puoi fare qualcosa di utile per te e chi ti sta intorno.