Top

L’aloe scottata e l’arte di essere presenti

aloe

L’aloe scottata e l’arte di essere presenti

Cara aloe, quando sei entrata in casa, tre anni fa, eri poche foglie irsute. Piccola. Ti avevo presa perché non c’era ancora nessuna pianta in casa e mi guardavi dalle casse di un supermercato dove si va spesso quando si mette su casa, eri anche a favore di un’iniziativa benefica. Stavi in cucina, sul piano di lavoro e d’estate ti trasferivi sul balconcino che prende luce al pomeriggio. Crescita costante e stabile, quasi impercettibile.

 

L’ultima estate sei esplosa in un trionfo carnoso di rami piovreschi. Tornata dentro per l’inverno, hai continuato a crescere. Ora è primavera, tempo di uscire (almeno tu) e sul balconcino del pomeriggio non ci stai più. Semplice, ho pensato, ti metto sul balcone più grande che prende sole al mattino. Tanto sei una succulenta, sei adatta ai climi caldi e ti troverai bene.

Ma c’è stato un’anticipo di estate. In pochi giorni ti sei ammosciata e sei diventata grigiastra. La botanica di fiducia, vedendo la foto, mi ha spiegato che ti eri ustionata. Serve l’aloe per l’aloe bruciata come per noi? L’esposizione al sole deve essere lenta e graduale dopo tanti mesi all’ombra. Ma come ho fatto a non pensarci? Ora sei sotto un telo-pareo e poco per volta, ti abituo al sole diretto sperando che ti riprenda. Mi insegni l’arte della cura. Con l’ansia che sia troppo tardi.

 

Tutto questo per dire che la mia intenzione era buona ed ero presente e felice di proportela. Ma essere presenti, vivere il qui e ora, non vuol dire essere vada come vada questo istante. Carpe aloem. Questo è un inganno di chi inizia a praticare mindfulness. Essere consapevoli vuol dire includere nel momento presente anche il prima e il dopo. Vero che sei una pianta di origine africana e stai bene al sole ma ormai ti sei adattata e abituata alla casa. Il tuo habitat ora è questo. Ti ho traumatizzata portandoti da zero a 6 ore almeno di sole diretto. Sono stata poco attenta. Perdonami. Essere presenti non vuole dire non tenere conto del passato, e neanche non pro-gettare, non gettare avanti qualcosa. Essere presenti vuol dire essere qui, adesso, ma tenere presenti, appunto, anche il passato e il futuro e abbracciarli nell’unicità di questo istante.