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Gustare l’ultimo bagno col sapore della fine

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Gustare l’ultimo bagno col sapore della fine

C’è un sapore che arriva in bocca a ogni fine estate, a ogni fine viaggio, a ogni fine: è il gusto dell’ultimo bagno prima che cominci l’autunno. Stai lì a guardare il mare con le pupille dilatate per fare entrare più azzurro e turchese e più luce possibile. Stai lì con i pori che captano il vento e il sole. Stai lì con i pensieri che rullano sulla partenza e li ancori agli scogli presagendo la mancanza. Questa è la sensazione più strana: ti immergi come per non uscire più, sguazzi, ti tuffi, ti dici di stare “qui e ora” ma non ci riesci. Il sapore del presente è già macchiato di nostalgia e ti senti anche in colpa. Te lo godi sì ma qualcosa è perso. Come il piatto che arriva al ristorante quando non hai più fame. Come la telefonata che aspettavi e che ora non aspetti più. Come il “ti amo” che arriva tardi, quando ormai non ti va più.

Carichi il momento di troppa responsabilità: sei l’ultimo bagno, devi essere indimenticabile, sei l’ultimo sole devi essere caldo ma non troppo, sei l’ultima acqua devi essere perfetta. Invece le cose sono come sono e non si preoccupano di noi e delle nostre storie. L’acqua non ci aspetta e neanche l’estate e neanche le nuvole che disegnano pesci nel cielo.

Quando realizzi che non sei così importante e che il tuo ultimo bagno è solo un granello di sabbia, allora tutto si scioglie e ha un nuovo sapore: gratitudine e meraviglia, presenza e vita. Il momento si alleggerisce e smetti di fare foto mentali, immagazzinare per l’inverno e diventi acqua, e diventi scoglio, e diventi sole e vento.