
Vorrei essere il coltello
Vorrei essere il coltello
che taglia
con un gesto
i pensieri parrassiti
sabotaggio di me stessa
Vorrei essere il machete
che trancia
i sentimenti
e l’amore non ha spazio
per i se, magari, chissà
Vorrei essere la lama
che entra dritta
nel dolore
squartare
tutto il male
senza paura
dell’odore
Vorrei essere il trinciante
troncare
quel che è stato
perché la memoria
recisa
non è più
Vorrei essere il pugnale
uccidere
le parti di me
incastrate
in melmosi
meccanismi
di ruggine
incollate
a quel che sanno
invischiate
Vorrei essere il bisturi
temperino
degli affanni
Vorrei essere la mannaia
che il pieno
troppo pieno
fa sparire
di parole
di scarpe
di cose
che mai
perché inseguo
solo
la bellezza
nuda
il vuoto
Vorrei essere il seghetto
per trasformare
tutti i miei no
che hanno la o
che sembra una u
e a volte una i
e tu capisci che sono sì
in un deciso
tranciante
tranciato
affilato
NO