Le 10 regole del mare delle vacanze di una volta
La pioggia, il fresco, la fine di agosto mettono addosso, insieme alla manica più lunga, la nostalgia dell’estate. Quando ero bambina, si facevano lunghe vacanze al mare, in Liguria. La mia famiglia torinese, gente di pianura o al massimo di collina, guardava con stupore e un minimo di diffidenza a quella realtà azzurra, trasparente e sempre mutevole. C’erano alcune regole da rispettare, ecco quelle che non posso dimenticare e che adesso fanno sorridere:
- il bagno si fa 3 ore dopo aver mangiato. Non importa se hai morso una pesca o divorato un bufalo ripieno. 3 ore è il tempo minimo per la digestione;
- quando i polpastrelli delle dita si raggrinziscono è un segno inequivocabile che è ora di uscire dall’acqua;
- è fondamentale trovare al più presto bambine e bambini con cui fare amicizia; si può scegliere fra morire di vergogna chiedendo a qualcuno se vuole giocare con te o peggio, lasciare che lo facciano i grandi;
- quando il sole è allo zenit si va via dalla spiaggia, si fa una passeggiata ai giardini o sotto gli alberi, comunque all’ombra;
- ogni tot ore bisogna rimettere la crema solare, non importa cosa stai facendo, la mano spalmatrice ti raggiungerà;
- se, appoggiando un dito sulla pelle resta il segno bianco, vuol dire che bisogna smettere di stare al sole;
- il gelato è consentito, meglio se sorbetto, ma o subito dopo aver mangiato o proprio a merenda, non con la digestione in corso;
- ogni tanto si può mangiare anche un gelato confezionato, un cuore di panna, un gelato-biscotto o un ghiacciolo, meglio se al limone;
- il coccobello o il krapfen venduti in spiaggia sono la vera trasgressione, da gustare una volta ogni tanto, scegliere bene quando;
- bisogna fare qualche compito, di solito dopo pranzo, tanto si torna in spiaggia alle 5, ma nessuno ci crede davvero. Le vacanze sono vacans, vuoto per tutti. Questa regola in fondo è la più preziosa, basta che in quella pausa si impari a leggere, si entri nelle storie e ci si innamori dei libri.
