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Non c’è cosa più eccitante della prima volta: ho provato canottaggio

Po

Non c’è cosa più eccitante della prima volta: ho provato canottaggio

Niente emoziona come l’inizio: una relazione, un romanzo, un viaggio, un corso, un lavoro, uno sport. Quando tutto è sconosciuto e tutto ancora possibile. Non ci sono pre-: giudizi, concetti, comprensioni. Tutto è nuovo e siamo principianti assoluti: non ci sono aspettative, l’errore è benvenuto, la goffaggine perdonata e accolta con un sorriso e possiamo goderci l’esperienza imperfetta di una performance.  Nelle prime volte tutti i 7 pilastri della mindfulness sono presenti: pazienza, mente del principiante, fiducia, non cercare risultati, accettazione, lasciare andare, impegno. Non si fa nessuna fatica a coltivarli: ci sono e basta.

Da qualche mese guardavo il Po dal Valentino, l’eleganza delle rive e la varietà di dettagli e mi è venuta voglia di provare a remare. E così ieri ho fatto la prima lezione di canottaggio.

 

Piedi e remi in acqua

Non mi aspettavo di mettere i piedi in acqua. Era la prima volta che toccavo il Po: freddo, pulito, profumato. Poi siamo saliti in barca: una ragazza alla terza o quarta lezione, la mia amica ed io e un papà di un bambino innamorato del canottaggio. L’istruttrice ci ha mostrano i movimenti delle mani e delle braccia e prima che potessi capire bene cosa dovessi fare mi sono ritrovata in acqua. E via. Lei è salita a bordo e ci ha guidato con passione e così, incredibile, dopo poche remate malsicure, abbiamo aggiunto le gambe ed eravamo in movimento. Ci sono stati momenti di caos e momenti di pura armonia: gli 8 remi erano coordinati e scorrevamo lisci, una cosa miracolosa ed emozionante. Ogni tanto qualcuno perdeva un pezzo e l’errore ricadeva a catena, creando incastri e bisticci di legni sovrapposti. Era divertente anche quello. Ma in quei momenti in cui ti spingi avanti e vedi la schiena di chi è avanti a te che fa la stessa cosa e i 4 remi davanti a te che diventano te, è bellissimo. Naturalmente mi sono data un sacco di zampate, polsate e polliciate, a un certo punto ho anche incastrato un remo nella pancia, ogni tanto il sinistro entrava troppo in acqua o si girava male e mannaggia che peso, ma lo stupore per la naturalezza ha vinto su tutto. Il movimento è una danza, ampio, armonico, non faticoso, permette al respiro di modellarsi al quel che accade e fluire.

 

Le cose più belle

Le cose che mi sono piaciute di più, oltre al senso di essere uno, sono state: il becchettio dei remi piatti sull’acqua quando si torna avanti: un suono allegro e piacevole; l’incontro ravvicinato con la fauna, famiglie di anatre alle quali ti viene da chiedere permesso perché sei a casa loro; il senso di fare qualcosa insieme a persone in tre dimensioni dopo mesi di lezioni su zoom.

Vediamo se l’innamoramento continua. Ci sarà una lezione due? Seguitemi per altre remate.