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Le 10 cose che mi mancano dell’India

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Le 10 cose che mi mancano dell’India

Da Bollywood Party, La Stampa, 6-2-2015

Dopo le 10 cose che non mi mancano dell’India, ecco le 10 cose che mi mancano di più. In modo costante e spesso straziante. Pensare a queste cose mi rende felice mentre mi crea un dolore come di strappo all’altezza del petto, fra cuore e stomaco. Piacere e dolore sono la stessa sensazione, come bellezza e orrore. Spiritualità e sensualità. Sublime e misero. Luce e buio. “Il bello è solo l’inizio del tremendo” scriveva Reiner Maria Rilke.

1 la luce
La luce dei tropici, la luce che ti permette, guardando il cielo, di sapere che ora è. La luce che cambia colore e da rosa-viola dell’alba passa all’arancio al giallo, al bianco e poi vira verso i colori caldi, di nuovo giallo, arancio, rosso del tramonto. La vita scorre naturalmente, coi ritmi del sole.

2 i colori
La nitidezza e la brillantezza dei rossi, dei blu, dei verdi. Delle sari di seta cangiante stese, delle sari addosso, della frutta ammonticchiata con cura, dei fiori nei templi, dei mercati, del cielo. Una pulizia dell’anima.

3 la rotondità del tempo
Il tempo non è lineare, non scorre da un punto a un punto ma si ripete, rotondo, sobbalza, si arresta, accelera, sempre va. Imprevedibile, crea un flusso tiepido nel quale ci si immerge e ci si rasserena e semplicemente si scorre. Senza ansie. Senza rabbia. Si sta. Bene.

4 la temperatura
D’inverno l’India è perfetta per noi: fa caldo di giorno e di mattina e di sera freschino, da felpa o da scialle di lana. Questo significa che si dorme bene, di giorno non si suda troppo e danzare, muoversi, scrivere, raccontare, non sono assolutamente attività faticose.
Persino l’acqua che sgorga dal lavandino è tiepida. Lavare i piatti o fare l bucato a mano non è uno stress per le mani ma una carezza tiepida. E il cibo cucinato resta caldo nel piatto. Per me che amo mangiare rovente, è un grande relax, mi concentro di più sul masticare.

5 dimenticare le scarpe
Le adoro. Un mio punto debole dello shopping internazionale. Stivali, sneakers, sandali, forme e colori strani. Ma non sono mai felice come quando sono scalza. In India me le dimentico. Un po’ perché si lasciano fuori dalle case, un po’ perché fa caldo, un po’ perché si danza scalzi. Vivo con le infradito o meglio senza. E sono felice.

6 il vento addosso
Adoro il vento, l’aria addosso. Viaggiare sui rickshaw. Anche se la trattativa è spesso faticosa perché a BBSR non esistono tassametri e devi concordare un prezzo prima di salire e noi occidentali siamo portafogli con gambe. Il vento addosso, sulla faccia, sui capelli, sui vestiti. Mettere la dupatta intorno al collo, tirare fuori lo scialle se fa freddo, guardare l’India che scorre fuori senza che ti possa ferire, urtare con i suoi odori violenti, con le sue scene violente, con la sua forza incredibile.

7 l’energia
In India non faccio fatica. Danzo 6 ore al giorno, e sì sono stanca, ma nulla mi impedisce di andare a vedere l’alba e poi andare a danza. Di avere idee ed entusiasmo. Scrivo facilmente, velocemente, lascio le parole uscire come se non fossero mie e io fossi solo un tramite che si mette davanti al computer e le guarda sgorgare dalle dita. Scrivo anche nel caos, nel rumore, nella luce che manca, con i bambini che urlano una in hindi e uno in francese, le coinquiline che friggono cavolfiori e mi raccontano delle loro mail e dei loro amici su facebook, Non rileggo, Semplicemente lascio scorrere pensieri in forma di parole e mi sento piena di vita.

8 i piani b, c, d
Ogni tanto qualcosa non va come vorresti: ritardi, cambi di programma, intoppi, ma c’è sempre un piano b, o c o d che si rivela un’opportunità. O almeno qui riesco a viverla così. Salta la lezione, vabbè verrà un altro maestro e imparerò altro. Si rompe il rickshaw e si va a piedi, meglio, mi scaldo un po’ le gambe prima della lezione. Non funziona internet di giorno? Bhè mi sveglierò alle 7 del mattino per fare un post. Ogni intoppo è una piccola sfida. Non un problema.

9 io non sono le mie emozioni
A volte sono triste, a volte mi arrabbio, a volte sono preoccupata. Come sempre, le emozioni negative ci sono. Ma in India non riesco ad affezionarmi, le lascio andare, scorrono e vanno facilmente via e tornano la felicità, la leggerezza, la meraviglia, il sorriso. Non lascio che diventino me. Come non lascio che il mio corpo sia me. Lascio semplicemente andare senza paura di perdere nulla ma con l’entusiasmo di chi sa che tutto passa e il meglio deve ancora venire.

10 semplicità del vivere
Il nostro mondo viziato e pieno di troppo non ci consente di essere mai contenti. Dobbiamo inventarci concetti come decrescita, stagionalità, semplicità. In India non c’è bisogno di queste costruzioni per tornare alla semplicità. Perché si è naturalmente nella semplicità. La frutta è quella che c’è, la verdura anche, di tipi di latte di soia ne trovo uno solo e in un solo posto. La scarpa rotta si ripara. Tutto si riusa. Tutto si aggiusta. Si vive di più come i gigli nei campi e come gli uccelli nel cielo. E le cose hanno di nuovo valore.