Mia madre: Nanni Moretti racconta la vita che scivola via
Premetto che piango sempre al cinema: piango quando vedo i film di Bollywood. Piango quando vedo i cartoni animati. Piango...
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Read MoreSu La Stampa, 25-3-2015 Un film che è molto di più. Una saga. Un'epopea. Die andere Heimat - Chronik einer Sehnsucht (“L’altra patria...
Su La Stampa, 25-3-2015 U...
Read MoreSu La Stampa, 28/11/2014, Torino Film Festival di Francesca Rosso Chi ha paura degli horror lo sa: a volte si ride per...
Su La Stampa, 28/11/2014, Tori...
Read MoreDa La Stampa, Bollywood Party live blog, 30 gennaio 2014 http://live.lastampa.it/Event/Bollywood_Party/103920418 Piccolo bilancio Gli obiettivi del mio soggiorno a Mumbai e della mia...
Da La Stampa, Bollywood Party ...
Read MoreSu Bollywood party, il mil live blog da Mumbai http://live.lastampa.it/Event/Bollywood_Party/100045942 Partenza L'appuntamento è alle 17 a Colaba, davanti a Mac Dobald's. Qui passano...
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Read MoreChi ama non ha scelta. Ama e basta. Lotta e va avanti in nome del suo amore. Una fede. Una forza cieca. Una furia che non si può non seguire. Questo è amore. Per questo lo straordinario film di Michael Haneke, vincitore dell’ultimo Festival di Cannes, si chiama Amour. I protagonisti sono due ultraottantenni, gli strepitosi Emmanuelle Riva e Jean-Louis Trintignant. Dalla prima inquadratura sappiamo come va a finire. Non bene. Poi Haneke ci accompagna a un concerto facendoci capire come la musica sia il filo conduttore della vita e delle passioni in comune fra i due, il collante della loro vita insieme. In salone c’è un pianoforte a coda.
Il cinema in versione originale, magari con i sottotitoli in italiano, è sempre un’occasione da non perdere per entrare nell’atmosfera di un film.
Ieri, per summer edition dell’Aiace di Torino, al Centrale ho visto Cuatro mujeres descalzas (2005) dell’argentino Santiago Loza.
Quattro donne raccontano le loro angosce e i loro desideri in una Buenos Aires afosa e soffocante. Il clima denso, umido e appiccicoso sembra riflettere quello degli animi delle splendide interpreti.
Il film si apre sull’appartamento che Veronica (Maria Pessacq), la più infelice, sta lasciando per tornare a vivere con la madre: scatoloni, materasso per terra, parete di plastica trasparente per ridipingere. Un telefono per terra.