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Amour. Chi ama non ha scelta. E forse anche chi è amato.

Chi ama non ha scelta. Ama e basta. Lotta e va avanti in nome del suo amore. Una fede. Una forza cieca. Una furia che non si può non seguire. Questo è amore. Per questo lo straordinario film di Michael Haneke, vincitore dell’ultimo Festival di Cannes, si chiama Amour. I protagonisti sono due ultraottantenni, gli strepitosi Emmanuelle Riva e Jean-Louis Trintignant. Dalla prima inquadratura sappiamo come va a finire. Non bene. Poi Haneke ci accompagna a un concerto facendoci capire come la musica sia il filo conduttore della vita e delle passioni in comune fra i due, il collante della loro vita insieme. In salone c’è un pianoforte a coda.

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Cuatro mujeres descalzas: l’afa mangia l’anima a Buenos Aires

Il cinema in versione originale, magari con i sottotitoli in italiano, è sempre un’occasione da non perdere per entrare nell’atmosfera di un film.
Ieri, per summer edition dell’Aiace di Torino, al Centrale ho visto Cuatro mujeres descalzas (2005) dell’argentino Santiago Loza.
Quattro donne raccontano le loro angosce e i loro desideri in una Buenos Aires afosa e soffocante. Il clima denso, umido e appiccicoso sembra riflettere quello degli animi delle splendide interpreti.
Il film si apre sull’appartamento che Veronica (Maria Pessacq), la più infelice, sta lasciando per tornare a vivere con la madre: scatoloni, materasso per terra, parete di plastica trasparente per ridipingere. Un telefono per terra.