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La vita è il fiume: scorre. Tu puoi solo praticare e imparare

Po a giugno

La vita è il fiume: scorre. Tu puoi solo praticare e imparare

Fortunata me che all’ora di pranzo in una giornata nitida e luminosa come oggi posso andare a remare. Il lusso del tempo. Beata me che ho un’amica con cui ridere delle avventure che ci capitano. Perché le cose condivise valgono molto più del doppio. Felice me che, con mente da principiante, ogni volta che metto un piede in barca imparo una lezione o due o mille.

Oggi da sole siamo arrivate fino all’idrovora e all’andata era tutto fluido e facile. Al ritorno è stato surreale. Non c’era nessuno, solo caldo, senza vento, senza corrente. Tutto andava quando siamo incappate in una specie di carta moschicida sotto la barca, qualcosa che ci inchiodava, il fiume è diventato di ghisa, ha detto Valentina, io sentivo più un mostro verde che ci tratteneva. Erano alghe. Sembrava di remare su un tappeto. Attrito puro. Fatica pura. Non sapevano come liberarcene. L’istruttrice ce l’ha svelato una volta arrivate a terra.

Ho capito che ogni volta il fiume scorre: è come la vita. Se stai sulla sponda e lo guardi è bello e non fa paura, non è freddo né caldo, non ha correnti, solo ondine o alghette. Se vai dentro, ti immergi, ogni istante è diverso, ogni goccia è una moltiplicazione di “qui e ora” che richiede presenza costante e consapevolezza sempre diversa per mantenere l’equilibro, raddrizzarsi, evitare papere (ma quelle vanno via da sole) o argini o ponti, o secche o altre barche, rispondere agli imprevisti, al remo che pesca aria, al motoscafo che ti sposta, all’amica che si volta, all’alga che ti succhia via da un lato.

Solo lì, nel mezzo, la vita è vera, non è come attraverso un vetro o uno schermo. Solo lì posso mettere le mani in acqua, bruciarmi la schiena e il collo, avere paura di rovesciarmi o scontrarmi, emozionarmi perché passa mamma anatra con 6 anatrini minuscoli e sculettanti, vedere i cigni dormire, i tronchi protesi che si riflettono sull’acqua e il sole che si riverbera sulla loro corteccia disegnando cerchi d’argento. Solo lì posso sentire fatica un attimo e dopo meraviglia della musica che si crea coi remi all’unisono. Il fiume mi insegna a scorrere, adattarmi, cambiare, fluire, non essere in protezione, ma aperta, attiva, pronta a tutto, anche a innamorarmi e, finalmente, darmi meno importanza. Grazie.