
Cose che ho notato passeggiando per Torino nella settimana di ferragosto
Stamattina, 16 agosto, ho fatto un giro a piedi in centro e ho notato che:
- la città non è deserta e ci sono molti turisti: ho sentito parlare francese, spagnolo e tedesco in pochi metri
- molte panetterie sono chiuse, così i piccoli negozi e le edicole. Ancora una volta vincono i supermercati
- molti bar e ristoranti sono chiusi e quelli aperti sono spesso pieni pieni
- i pochi torinesi ne approfittano per fare compere in solitaria con gli ultimi saldi e così ci incontriamo tutti negli stessi posti
- ci sono poche auto e questo, insieme a un certo lassismo vacanziero, determina un uso creativo dei semafori: i pedoni passano quando vogliono e gli automobilisti sembrano non avere fretta ma aspettare il loro turno con pazienza
- i banchi al mercato sono ridotti ma la merce no, è in attesa di sguardi
- chi sta a casa spalanca le finestre e, pensando di essere solo o sola, si lancia in soffritti multilivello, battitura professionale dei tappeti appesi sui balconi, traslochi di oggetti con amici compiacenti e sudati, ascolto della musica ad alto volume, visione di film o serie tv in dolby sorround, espressioni corporee miste e variegate
- i turisti solitari con cartina sono dotati ormai di telefoni e navigatori, quindi vanno spediti verso musei e attrazioni senza più fermarsi agli angoli per capire come orientare la mappa e chiedere informazioni
- non si trova tutto quello che si cerca e quindi si diventa più fantasiosi
- la città ha una prospettiva diversa, sembra una città invisibile di Calvino o un negativo fotografico e ha un fascino nuovo: ti chiede di guardarla con occhi diversi, come se fosse la prima volta