Guarda come dondolo Il ritorno dello swing
Le gambe si muovono come se non avessero ossa, con le ginocchia che vanno in ogni direzione; i gomiti e le spalle disegnano spigoli e angoli improbabili, il bacino guida il movimento mentre il peso sfida la forza di gravità. E si ride di gusto. Sembra la descrizione dei personaggi dei cartoni animati degli Anni ‘20. Effettivamente la musica, il ritmo e l’atmosfera sono proprio gli stessi. Siamo a lezione di swing: l’ultima tendenza della città che balla.
Letteralmente «swing» significa dondolo, e si riferisce alle danze nate alla fine degli Anni ‘20, durante il proibizionismo e la crisi economica, sulla musica delle orchestre hot jazz di New Orleans: tap dance, charleston e boogie woogie, sono i più noti. I passi derivano dalla danza africana giunta in America con gli schiavi e si evolvono fino a diventare lo spettacolo per eccellenza: da Broadway a Hollywood. Ritmi sincopati, voglia di stupire e ricerca di uno stile personale senza obbedire a regole precise sono le caratteristiche delle danze rese celebri dai film musical con Ginger Rogers e Fred Astaire.
«Preferisco chiamarle “Vintage Jazz” – spiega Chiara Silvestro, che il venerdì insegna a “mcf Belfioredanza” in via Belfiore – perché si capisce meglio». Minuta, sorridente, con i capelli raccolti in una coda, comincia la lezione con una ventina di persone. Un breve riscaldamento ed ecco il jazz. Si parte con «Suzy-Q»: si scivola lateralmente mentre ad ogni passo si aprono e si chiudono le ginocchia, poi è il momento del «camel walk»: si spinge l’anca in avanti prima di fare il passo, e intanto il bacino va indietro creando un buffo effetto pendolo. Il pubblico segue e sorride. Fino all’improvvisazione: tutti in cerchio, a turno ciascuno propone al gruppo i passi appena imparati. C’è chi scherza e chi si intimidisce, ma niente panico: la musica trascina tutti. Gran finale con un charleston veloce e coinvolgente. Si suda, si muove ogni muscolo, e soprattutto ci si diverte.
«Tutti hanno bisogno di sfogarsi con danze estroverse, gioiose, energetiche – dice Chiara – chi studia altre danze riconosce dei passi, chi non ne ha mai provate si lascia andare». Per chi vuole ballare in coppia, ecco il corso di «Swing Boogie» il lunedì sera alla Reale Società Ginnastica di via Magenta con Giorgio Finello, approdato allo swing dopo l’agonismo nel latinoamericano e tanti anni di insegnamento. «Con queste danze – racconta con entusiasmo – si ha una totale libertà di espressione. Il “Lindy hop” rappresenta l’evasione, lo sfogo di chi negli anni della Grande Depressione non aveva voglia di piangersi addosso».
Un ballo che è «dinamismo e costante ricerca di equilibrio con il partner, con una morbidezza che lo rende molto elegante». Non è necessario iscriversi in coppia. «A dire il vero siamo carenti di maschi». Insomma, bisogna farsi avanti, perché, come assicura Chiara: «Chi assaggia lo swing non ne può più fare a meno perché prendere la vita con più swing fa bene al cuore».
fonte: http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/costume/articolo/lstp/374749/