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Polpette e relazioni: l’importanza di spacchettare l’esperienza

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Polpette e relazioni: l’importanza di spacchettare l’esperienza

C’è polpetta e polpetta

La polpetta è ambigua: da una parte è rotondità armoniosa, dall’altra è pasticcio confusivo.

C’è qualcosa di rassicurante e insieme di giocoso nelle polpette. Sanno di infanzia, di casa, di nonne, zie e mamme in cucina, di improvvisazione e arte di trasformare la cucina povera fatta con quello che c’è in frigo in piatto goloso; di gusti mescolati come piacciono ai bambini, a volte un po’ ruffiani: di forme tonde che consolano, abbracciano e avvolgono; di sughi caldi profumati in cui intingere il pane finché non si colora più.

Ma c’è qualcosa di confuso e mescolato che copre e inganna, illude e sfugge. Nelle polpette, e ancor più nel polpettone, si possono nascondere insidie: avanzi, ingredienti non freschi, cose scadute. Basta aggiungere una spezia coprente, un gusto invasivo ed è fatta. Nei film, è questo il luogo giusto per nascondere un veleno. Per quanto armonico sia il sapore complessivo, è difficile sentire la pulizia dei singoli elementi.

 

La polpetta relazionale

Spesso viviamo le esperienze in modo polpettesco, senza distinguere emozioni, pensieri e sensazioni come ci insegna la mindfulness. Senza riconoscere e scorporare i gusti. Senza consapevolezza. Il luogo in cui è più facile farlo è la relazione. Soprattutto in amore, spesso appolpettiamo le nostre frustrazioni, aspettative, rancori, residui di relazioni precedenti in un famelico bisogno di essere visti, apprezzati e amati e rischiamo di essere impastoiati in vecchi schemi dal sapore trito e riscaldato.

 

La polpetta spacchettata

Un buon modo per far funzionare una storia è aprirsi all’esperienza così come è senza appolpettarsi dietro il passato, le abitudini, i residui. Senza appolpettare la voglia di futuro alle zavorre del passato. Vivere istante per istante il gusto nuovo di quello che arriva assaporandolo come fosse la prima volta, senza lasciare che il retrogusto amaro vinca, senza sapere e cercando di riconoscere i gusti. Occavolo, è finito nella polpetta un ricordo di ex. Ops, ecco una paura di tanto tempo fa. Et voilà, un attimo di tristezza. Wow, questo invece è puro stupore. Se impariamo a individuare i diversi ingredienti, ci alleniamo a escludere quelli non salutari e a tenere quelli buoni, dando al nostro piatto un sapore nuovo, inaspettato e buonissimo.