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La pandemia è un setaccio o forse un elastico o un amplificatore

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La pandemia è un setaccio o forse un elastico o un amplificatore

La pandemia è un setaccio: trattiene le cose importanti, lascia andare quelle superflue. Fa così con le persone. Quelle più vicine al cuore restano, quelle più lontane svaniscono. Gli amori accelerano: se sono destinati a crescere si amplificano; se sono nella fase calante si intensificano i dubbi, le tensioni e le insofferenze. I “ti amo” non detti trovano il coraggio di uscire. Gli amorini debolini crollano. Le relazioni a distanza si rinforzano se cresce il sentimento, si sbriciolano se il sentire traballa.

 

La pandemia è un elastico: stira gli opposti e poi li fa riavvicinare scuotendo e tremando. Si sperimenta il punto di rottura, se ci si ferma prima si è salvi, se ci si ferma dopo, allora è tardi. Troppo tardi.

 

La pandemia è un amplificatore: i desideri aumentano, le possibilità anche ma ci vuole impegno e fantasia. Gli amici con cui fare aperitivi su skype, le riunioni su zoom, le lezioni di meet, webex, hangout, un nuovo vocabolario di gulp, pant, puff, arg. Chi vuole muoversi fa sport incredibili, chi è pigro prende la forma del divano. Chi ha piacere e voglia trova una via, chi si spaventa o abbatte resta ai margini. Gli amori forti sbocciano, gli amori flebili soccombono. Le idee mogie si spengono, quelle buone illuminano.