Creta: isola da vivere con tutti i sensi. Vista
La prima persona che ho conosciuto a Creta è stata un maestro di sci cretese che ha vissuto un anno a Sestriere. Quando gli ho chiesto dove avesse imparato a sciare, ha risposto “qui”. Così ho imparato che a Creta ci sono le montagne e si scia. C’è il mare, bellissimo, soprattutto al Sud, il mar Libico. Ci sono le foreste tropicali, le spiagge di palme, i ciottoli, le dune e tutte le sfumature del turchese. Ci sono siti archeologici della civiltà minoica, città romane, fortezze veneziane, moschee e chiese bizantine, icone e minareti. A fine giugno è tutto fioritissimo: oleandri bianchi, rosa e fucsia, bouganville fucsia e fucsia scuro, frangipane. Di questo parlerò nel capitolo olfatto.
Vorrei raccontare Creta in cinque puntate, una per senso, anche se molto è multisensoriale e sinestesico perché così si presenta l’esperienza e la bellezza, qualcosa che avvolge, accarezza, colora, profuma, nutre.
Creta è una meta appagante: vicina (2 ore e mezza di volo), lontana perché si viaggia nel tempo e nello spazio, varia come natura, piena di storia e cultura, accogliente, non troppo costosa.
Cosa ha rapito gli occhi sono le infinite sfumature di azzurro, celeste, turchese del mare, le trasparenze, le nitidezze del cielo che diventa arancio e caldo nei tramonti veloci che profumano di Maghreb.
Si sente di essere su un’isola, anche se grande, un crocevia di incontri fra tre continenti: Europa, Asia e Africa. Si sente il passaggio delle civiltà millenarie e le anime antiche, come la mia, si placano, si sentono a casa.
Cosa vedere
- Se dovete scegliere un sito archeologico minoico: Festo. Bellissimo, ben raccontato, restaurato in maniera rispettosa e ben conservato. Cnosso è un po’ troppo cementizio e suona finto ma ha il pregio di mostrare i colori e dare un’idea. Kato Zakros è bellissimo per dove si trova e Mallia fatelo solo se di passaggio.
- Il museo archeologico di Heraklion: il misterioso disco di Festo, il ciondolo a forma di api, la dea dei serpenti, i delfini, l’acrobata sul toro che abbiamo visto sui libri di arte splendono.
- Spiagge, tante e bellissime. Al nord molte sono attrezzate e turistiche. Io sono scappata da Bali e Panormo (con ombrelloni e musica). Bisogna arrivare presto al mattino prima che le barche scarichino i turisti che arrivano dai resort. Fra le preferite Preveli accanto al fiume con le palme, Elafonissi che non è più rosa ma sempre trasparentissima, Skinaria per i colori, Vai anche se non si può più stare nelle palme da dattero, Xerocambos dove ci sono calette solitarie e deserte.
- Trekking più o meno impegnativi. Imperdibili le gole di Samaria: da 1200 metri si scende per 18 chilometri e si arriva al mare (Agia Roumeli), si fa il bagno (apprezzatissimo) e poi si prendono nave e bus per tornare alla partenza. Ci vogliono 6 ore andando con calma e facendo soste, non è difficile, solo lunga, i ranger e il fiume che scorre con acqua potabile e ombra agevolano la discesa. Richtis è una gola dove si incontra una rinfrescante cascata, un po’ più impegnativo (piccoli tratti in cui ci si agevola con una corda e bisogna un pochino arrampicare).
- Monasteri bellissimi dove respirare pace, che raccontano storie di resistenza, monaci guerrieri e autosufficienza: Moni Arkadiou, Moni Preveli, Moni Toplou.
- Hania è molto carina per una passeggiata, anche Rethymno.
- Spinalonga è un’isola (ma c’è anche la penisola) dove un forte veneziano del Cinquecento ha accolto dal 1903 un lebbrosario, non con intenti di cura ma di isolamento. Il mare intorno ha colori stupendi.
- L’altopiano di Lassithi perché si viaggia nel tempo fra paesini sospesi, silenzi e quiete.
- Rallentare: vivere il tempo dilatato di paesini con Myrtos o Tertsa per sentire il valore dell’essere senza fare.




