Top

Se il corpo è una casa da abitare, forse la casa è un corpo di cui avere cura

edere

Se il corpo è una casa da abitare, forse la casa è un corpo di cui avere cura

Abitare il corpo

Spesso a danza, yoga o meditando, diamo o riceviamo questa indicazione. Il corpo è casa. Uno spazio in cui respirare, nutrirsi nel senso del cibo ma anche delle cose che vediamo, leggiamo, ascoltiamo, annusiamo, pratichiamo. Un luogo in cui riposarsi, ricaricarsi, stare bene, rilassarsi, amare, imparare, sperimentare, sviluppare qualità che ci rendano migliori. Un ambiente di cui avere cura. Uno spazio da coltivare. Anche perché è nostro compagno per tutta la vita. Tanto vale volergli bene, anche se non è perfetto come vorremmo.

 

Respirare la casa

Se il corpo è una casa da abitare, allora la casa, soprattutto in questa quarantena, è un corpo da vivere. Un corpo che abitiamo e possiamo percepire con una nuova intimità. Magari ogni tanto vorremmo andarcene, ma non possiamo, proprio come col fisico. Così la casa-corpo diventa uno spazio-tempo che abitiamo, respiriamo, curiamo. Ci stiamo insieme. Magari notiamo ogni giorno qualcosa di diverso: una piccola crepa, una macchietta sul muro, un oggetto comprato in un viaggio lontano che appare all’improvviso, un elettrodomestico che ci abbandona e ci fa scoprire che possiamo stare senza, una scheggia di vernice saltata, una palla di Natale ricevuta in regalo, una calza con l’elastico molliccio, un buchetto nel parquet, uno specchio con le ditate, una maglietta sbiadita e morbida come solo le cose amate.

Una casa-corpo da nutrire, pulire, arieggiare, spalancare al sole, colorare, sgranchire, rinnovare, massaggiare, ogni tanto lasciar andare per poi tornare. Una casa-corpo che non è perfetta. Magari è piccola, ha il bagno cieco, non ha una vista su un parco ma è guscio: protegge, contiene e vuole bene.

 

www.adessomindfulness.it