Top

Polpette e relazioni 3: et voilà… la polpettà

Photo by Daniela Díaz on Unsplash

Polpette e relazioni 3: et voilà… la polpettà

Ed ecco la terza puntata di polpette e relazioni. Tutto è cominciato per gioco ma sta prendendo un gusto nuovo.

 

Il problema: la polpetta

Quanto è difficile essere sempre nuove, aperti a quello che succede, curiosi e curiose? Tanto. Bello ma stancante. Ogni tanto viene voglia di qualcosa di noto, un binario accogliente, una traccia nella sabbia, qualcosa che non faccia vacillare. La lusinga del conosciuto.

Nelle relazioni ripetiamo spesso schemi conosciuti, anche se disfunzionali. Ci presentiamo a una persona nuova e prima o poi le serviamo la nostra polpetta composta da tutti gli ingredienti che sono cresciuti con noi: famiglia, educazione, ex. Non sempre. ma alla prima difficoltà… et voilà, la polpettà! Ma comeeee, tu mi devi amare così come sono perché io io io e poi povera me me me e non sai che capita solo a me, a me, a me, è tutto mio, mio, mio.

E l’altro o l’altra fa lo stesso. Sarò colpa delle papille specchio. Tutto bene e poi …et voilà, la polpettà. Che insieme diventa un super polpetton. E lì tutto si mischia ancora di più: sugo prepotente che inonda erbe delicate, acidità che sovrasta spezie pungenti e incastri indigesti.

Spesso accade quando si è lontani, al telefono, su whatsapp e la distanza fa il resto.

 

La soluzione: la spolpetta

Ma la soluzione c’è: lo spolpettamento.

Riconosco la mia polpetta e prima di servirtela cerco di capire da cosa è composta: ci sono emozioni come paura e rabbia? Ci sono sensazioni come prurito e caldo? Ci sono pensieri come è tutta colpa tua o adesso rovino tutto? Mindfulness, aiutami tu!

Riconosci la tua polpetta e cerca di capire come è fatta. E prima del polpettone frittatone magari riusciamo a fare un passo indietro, berci un bicchiere di vino e farci due risate.

Stavolta è andata bene. Alla prossima polpetta.

 

 

 

 

 

 

 

Photo by Daniela Díaz on Unsplash