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Lo zen e l’arte di lavare i vetri. Mindfulness e pulizie domestiche

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Lo zen e l’arte di lavare i vetri. Mindfulness e pulizie domestiche

Le scuse per non fare pulizie

Lo ammetto. Le pulizie non sono la mia attività preferita. Sono bravissima nel trovare scuse per rimandare e pensare di avere cose più importanti di cui occuparmi.

La prima categorie di scuse riguarda l’attrezzatura: non ho il prodotto giusto, non ho il panno perfetto, non ho quello strumento con il bordo piatto di gomma che usano nei distributori di benzina. Come è quel proverbio della lavandaia che non trova mai la pietra giusta?

La seconda categoria di scuse riguarda il tempo (non ho tempo) e racchiude la fatica, l’insoddisfazione e la presunzione che un lavoro umile abbia qualcosa di squalificante. Meglio controllare se è arrivata quella mail. E se qualcuno mi ha cercato al telefono? La verità è che non sono capace.

Ma è agosto, sono a casa, ho poco lavoro ed è il momento di occuparsi dei vetri. Senza scuse. L’ultima che si affaccia, provocatoria è questa: tra poco pioverà orizzontale e il mio lavoro sarà inutile. Via, via, via, vai via scusa e lascia che mi occupi dei vetri come se fosse la missione più importante e delicata della mia vita. Ho voglia di vedere la luce di fine agosto che cambia colore e ho bisogno di togliere la polvere depositata dai lavori negli appartamenti a fianco, le tracce di condensa e tutto il resto.

Non ci sono scuse.

Imparare sempre da chi ne sa di più

Arriva una piccola illuminazione: perché non chiedere a chi è più capace di me? Chiamo il portinaio amico (in ordine di tempo prima amico e poi portinaio) che si presenta con il kit: secchiellino quadrotto, spugna con lato giallo morbido e verde leggermente abrasivo, panno e attrezzo piatto con il bordo in gomma.

Il portinaio esegue una dimostrazione pratica sul primo vetro: spruzzata di prodotto, spugna dal lato verde con garbo e compiendo piccoli movimenti circolari e poi il momento più delicato: panno in microfibra disteso sullo strumento, premendo bene per asciugatura rapida e precisa. Wow! Bellissimo, niente aloni e ditate.

Mindfulness e vetri puliti

Il portinaio torna il servizio e io mi metto al lavoro, vetro per vetro. La casa è piccola e si fa in fretta ma la mente è sempre pronta a viaggiare verso altri racconti e altre mete o anche solo altri pensieri. Ma il vetro è lì, o meglio qui adesso e chiama e lo vedo che mi distraggo perché divento meno precisa e più frettolosa, vorrei aver già finito. E lui, il vetro, è lì per ricordarmi ogni passaggio, per chiedermi attenzione e per insegnarmi ad andare a prendere la mia mente scimmia che è già saltata via di ramo in ramo, e gentilmente riportarla qui. E così 1, 2, 100 volte, vetro per vetro, trasparenza per trasparenza, con pazienza, cura e dedizione. Perché come fai una cosa è come fai tutte le cose: non importa se scrivi una poesia, cucini il risotto o lavi un vetro.