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Essere in relazione ma non dentro una relazione

Essere in relazione ma non dentro una relazione

Esser-Ci

Cosa c’è di più bello di essere in relazione? Di trovarsi occhi a occhi o cuore a cuore o pelle a pelle con ciò che emerge nel momento, istante per istante, respiro dopo respiro insieme a un’altra persona? Cosa c’è di meglio di abitare lo spazio sconosciuto e sconfinato dell’incontro, dell’esser-Ci? Quell’istante illuminato dalla presenza con le sue crepe e smagliature, ombre e opacità? Quel fluire comune, unico, speciale, è un ritaglio di infinito.

Dentro: la gabbia

Cosa c’è di più brutto di essere in una relazione, in un dentro, piombati? Manca l’aria, l’ossigeno del non sapere, della spaziosità. Prigionieri di un ruolo, compagni, fidanzate, madri, fratelli, divorati dalle aspettative, soffocati da ciò che conosciamo, dai pre-supposti, dai pre-giudizi, dalle storie passate, dalle parole raccontate che poi ci si crede, sempre di più. Chiusi, barattoli col tappo, tetti troppo bassi, vestiti troppo stretti, a inseguire quel che ci spetterebbe, con i nostri vuoti da riempire, incapaci di aprire spazi misteriosi pur di non lasciare quel crampo nel cuore dell’io-mio-me, alle cicatrici fatte macigno. MI salverai. ME lo devi. IO sono triste. E così via.

Esser-Ci senza etichette

Sarebbe bello imparare a stare, senza sapere, senza cercare, senza chiedere. Ri-scoprire. Persi nell’oceano del dare e del sentire. Spazio a ciò che arriva, fiducia in te che ci provi quanto me, apertura alle onde del mistero e della grazia. Senza paura e senza intenzione.