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Spostarsi, entrare in contatto, scoprire. Cosa mi manca del viaggiare

Varanasi

Spostarsi, entrare in contatto, scoprire. Cosa mi manca del viaggiare

Ci sono viaggi per rilassarsi, distrarsi, scoprire, vedere opere d’arte, incontrare la natura, la bellezza, gli animali, confrontarsi con civiltà del passato o del presente. Sempre viaggiare è spostarsi, cambiare asse e assetto, accettare l’incontro con l’ignoto, lasciare qualcosa per trovare altro, morire al vecchio e rinascere al nuovo. Sempre è incontrare se stessi in un mondo diverso. Specchiarsi. Perdersi e trovarsi.

In questo anno abbiamo esplorato le profondità dell’animo, gli angoli della casa, gli abissi delle notti, i silenzi delle albe, la fragilità delle relazioni, la saggezza malinconica della solitudine ma abbiamo viaggiato solo in senso metaforico.

Mi manca tutto

Mi manca l’euforia dello scegliere la meta, mi manca il fare nevrotico della settimana prima, mi manca la paura di dimenticare qualcosa, mi manca l’insofferenza per i non luoghi, persino le arie condizionate degli aerei, il cibo plasticoso, le moquette puzzolose.

Mi manca la curiosità di spalancare le narici per annusare l’odore di un posto appena uscita dall’aeroporto: quell’incognita sempre nuova di vento, spezie, gelo o afa che insegui come presagio di quel che arriverà mentre hai il cuore ingolfato, gli occhi cisposi e le ginocchia intorpidite.

Mi manca lo spaesamento: trovarmi straniera in una casa dove nulla è casa e la doccia è fatta di secchielli, mi manca avere con me solo il bagaglio a mano e fare piccoli bucati, mi manca prendere un mezzo e scendere senza sapere dove solo perché mi piace il nome della fermata, mi manca perdermi in un mercato, mi manca mangiare cose che non so cosa sono, frequentare le case, mi manca non capirmi con qualcuno e ridere degli equivoci, mi manca incontrare sguardi e osservare passi e andature. Mi manca spalancare i sensi alla magia dell’esperienza. Sentire che ogni momento è unico e prezioso e mai tornerà. Mi manca vagabondare, lasciar andare, ondare: andare con le onde.

Mi manca il presente amplificato

Mi manca la bellezza di accogliere un imprevisto e trasformarlo in esercizio di presenza, mi manca sentire di essere nel flusso in cui tutto è possibile, Qui, Adesso. Incontrare l’uomo della mia vita. Restare per cambiare il mondo. Modificare corso del destino perché ho sbagliato treno o l’auto è in panne. Finire in un matrimonio con gli abiti inadatti, in un tempio a seguire riti misteriosi, danzare a piedi nudi, stringere amicizie, condividere, sapere che difficilmente si tornerà ma promettersi il contrario.

Mi manca spalancare gli occhi per non perdere un minuto di quella luce, allargare i pori per assorbire i tramonti, allenare le papille a sapori sconosciuti, lasciare entrare il mondo da quelle porte senza palpebre che sono le orecchie e le narici. Mi manca anche provare nostalgia di casa.