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Mindfulness: viaggio di una mente elefante da addomesticare. La meditazione continua

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Mindfulness: viaggio di una mente elefante da addomesticare. La meditazione continua

Day 5 Week 9

Medito prima di cena ma è tardi: il mio compagno guarda la partita. Oggi a pranzo sono andata a yoga con lui e mi è piaciuto molto. Ogni volta che cambi scuola e metodo è sempre come essere principianti assoluti, ci sono tanti saluti al sole quanti insegnanti e tanti kriya e pranayama e asana e correzioni. Mi piace ma alla fine scoppio a piangere: c’è ancora troppo male nel cuore, fisico ed emotivo. Poi va meglio.

Pratico metta e la mente spesso va alla pratica che vorrei fare dopo: 10 minuti di nadi shodana, la respirazione a narici alternate perché il maestro ha detto che mi può fare bene.

Mi seggo sul cuscino comodo e tengo le mani in grembo, un palno dentro l’altro per cambiare. Di solito tengo le mani aperte sulle ginocchia. Così mi sento più raccolta, oggi.

Visualizzo le persone e poi me e ascolto ma la mente va al prima e al dopo, la riaccompagno qui con gentilezza, ho anche fame e ho un po’ di mal di testa. La posizione sul cuscino non è comodissima e decido di sposarmi un po’ indietro.

Sento le mani che si accartocciano una dentro l’altra e il respiro calmo. La mente viaggia al diario e ai benefici e alle proposte di lavoro che non mi soddisfano del tutto.

Poi passo al pranayama mettendo il timer a 10 minuti. Dovrei alternare le narici ed espirare 4 volte il tempo dell’inspiro. Non riesco a tenere il ritmo. Mi affanna e così torno indietro e faccio lespiro il doppio dell’inspiro. Per cominciare va bene. La mente non scappa sta qui ma è impaziente di vedere quanto tempo è passato perché si sta stancando. E così me lo concedo: manca un minuto. Non sapevo che sotto l’ora si vedesse il timer che scorre. Finisce. Mi sento bene.