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Gino Bartali e mia mamma: ecco il tema di maturità che avrei scritto io

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Gino Bartali e mia mamma: ecco il tema di maturità che avrei scritto io

Nella mia famiglia si tifava per Bartali. Mio nonno materno era un ciclista dilettante e, insieme ai suoi fratelli, aveva una fabbrica di cerchi di biciclette. Fra i clienti c’era proprio lui: Gino Bartali. In più, in casa si tifava anche per il Partito Popolare e Bartali era un uomo religioso oltre ad essere un campione. Coppi era un gradissimo, si sa, ma Bartali con “Quel naso triste come una salita, quegli occhi allegri da italiano in gita” come canta Paolo Conte, esprimeva anche un mondo di valori partigiani, libertari, giusti. Era disposto a rischiare la vita per salvarne altre.
 
Mia mamma aveva 3 anni nel 1948: c’era il Tour de France e tutta la famiglia desiderava una vittoria di Bartali. Si racconta che mio nonno disse a mia mamma “Di’ una preghierina per Bartali”. Mia mamma, ubbidiente, devota e intenzionata a soddisfare la richiesta del genitore andò davanti a un’immagine di Madre Cabrini e nel silenzio della sua stanzetta pregò “O Sant’Antonio fa guarire Bartali”.
 
Pensava che pregare fosse augurare la guarigione e non aveva le idee chiare sui generi dei santi. Tutto questo non impressionò l’Universo e l’intenzione vinse su tutto: Bartali trionfò al tour.
 
Dopo qualche tempo gli zii raccontarono al campione le imprese di mia mamma e lui le mandò una cartolina: “Alla piccola che prega per me. Gino Bartali”.
 
Fonte: nonna Ida e la mamma

 

fonte: nonna Ida e mia mamma