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Diwali, festa della luce. E Torino si illumina di India

odissi

Diwali, festa della luce. E Torino si illumina di India

Torino non brilla per la sua luce, anche se oggi cambia l’ora. In questi giorni la sveglia ci coglie nel buio e la giornata trascorre in un indistinto grigio lattiginoso fino a scivolare nella notte scura. L’umore, spesso, si rintana in un bozzolo di malinconia autunnale, rischiarato solo dai colori cangianti delle foglie e dell’arancio vitaminico di kaki e zucche. Ma oggi è tutto diverso. Diwali, la «festa delle luci» illumina il Borgo Medievale del Valentino.

Quasi come in India  

In India i giorni di festa sono cinque: piccole lampade ad olio scintillano nelle case, nei cortili e sui tetti. La festa simboleggia la vittoria del bene sul male. La celebrano induisti, giainisti e sikh che, fra gioia e preghiera, si dedicano alla casa e a coltivare i legami con familiari e amici. Lakshmi, dea della ricchezza, visita le case e benedice quelle splendenti. Ecco perché, all’avvicinarsi della festa, le abitazioni sono pulite con cura. Fuori si espongono dipinti colorati chiamati Rangoli, mentre all’interno si accendono candele e lampade di carta per accogliere i doni della dea.

L’incontro tra culture  

A Torino si svolge tutto in un’intensa domenica di incontro fra culture. L’appuntamento è alla terza edizione ma «è dai tempi del festival Gong che c’è un ottimo rapporto fra la città e la cultura indiana» spiega Mariella Calfus, responsabile degli eventi al Borgo Medievale, cornice perfetta per Diwali. «La festa ha diverse origini, pratiche e mitologiche – racconta Beatrice Canu, coordinatrice del gruppo spontaneo di associazioni che organizza la festa – da quella legata al calendario agricolo al ritorno di Rama dopo l’esilio come raccontato nel Ramayana. Si festeggia la trasformazione dell’alternarsi delle stagioni, come nelle feste medievali. Arriva l’inverno, il momento della semina e del rinnovamento».

L’entusiasmo del gruppo è altissimo e fa fronte a ogni difficoltà: «Organizzare il tutto sembra semplice – spiega Beatrice – ma non lo è perché bisogna coordinare ogni ente, dai vigili, alla Gtt, fino alle biblioteche e gli artigiani ma poi tutto fila. Speriamo». Dalle 10 fino alle 19 è possibile assaggiare piatti indiani e non, senza perdere di vista ambiente e salute, assistere alla creazione dei Rangoli, praticare yoga, avvicinarsi alla medicina ayurvedica, saperne di più sulla cooperazione in India, curiosare nel bazar fra tessuti, spezie, campane tibetane, artigianato del legno e dei gioielli, conoscere suoni, colori e sapori del subcontinente grazie al lavoro della comunità indiana residente in città, associazioni, artisti, appassionati di India, che sono moltissimi.

Il blu di Vishnu  

Da non perdere gli appuntamenti del pomeriggio: il concorso fotografico popolare e il patrimonio librario sull’India messo a disposizione dalle Biblioteche Civiche. Per i più piccoli il Cortile del Melograno ospita le attività didattiche del Mao, Museo d’Arte Orientale: alla scoperta dell’arte indiana. Perché Ganesha ha la proboscide, la pelle di Vishnu è blu e Lakshmi ha tante braccia?

La danza classica  

Alle 16 cominciano gli spettacoli con il concerto di musica tradizionale di Riccardo Di Gianni, sitar e Kamod Raj, tabla e alle 16.45 con l’esibizione di danza indiana classica: odissi con Dafne Rusam Carli, kuchipudi con Chitrangee Uppamah e bharatanatyam con Antonella Usai e le loro allieve. Le danze accompagnano il tramonto e la conclusione della festa con il momento più suggestivo della giornata: il rituale dell’accensione dei lumini (biodegradabili) sul fiume. Un momento emozionante e coinvolgente che vede le luci galleggiare sull’acqua. Dal Gange al Po per propiziare un inverno ricco di luce, se non solare, almeno spirituale.

su la stampa 27/10/2013: diwali