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Ansie, ansiette, ansione e ansissime: l’importante è non scappare

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Ansie, ansiette, ansione e ansissime: l’importante è non scappare

Le proporzioni sono una proiezione mentale

Mi è capitato di essere ansiosa per delle cose piccole: e se non si apre la porta del treno? Se Pippo non risponde alla mail? Se mi dimentico un pezzo di coreografia? Cose così. Mi è capitato di essere in ansia per cose che più impegnative: questioni di lavoro, di salute, decisioni complesse. Ho provato a cogliere e forse ac-cogliere le ansie e ho capito che nel corpo e nella mente l’ansia non ha proporzioni. Non è vero che se il problema è gigante la tensione corrisponda e si generi l’ansiona e se il problema è piccolo allora ci sia un’ansietta. Può capitare che un problemone generi un’ansiotta e un problemino un’ansissima. Le proporzioni saltano, non c’è una logica. Non è sempre vero che “per una parete grande di vuole un grande pennello” come diceva una vecchia pubblicità.

La pratica in ogni situazione

Questa assenza di proporzioni alla mia mente discorsiva in cerca di spiegazioni razionali è sembrata un po’ destabilizzante. In realtà è una bella risorsa per una pratica di consapevolezza. Allora possiamo provare ad essere presenti con le cose piccole per allenarci anche con le grandi. L’ho interpretata così. Meglio ancora: se saltano le classifiche di gravità, allora si può riconoscere, accettare e stare con l’emozione anche se spiacevole quando si presenta. Si può provare a sentirla nel corpo, ammorbidirsi per lasciarle spazio, sentire cosa ha da dirci invece di irrigidirsi, negarla o scappare buttandosi su altro (che sia un cannolo, una telefonata da fare subito o una serie tv).

L’allenamento è tutto

Allenarsi è utile per imparare a stare. Come il respiro ci aiuta ad abitare le posizioni di yoga e lasciarle dimorare nel corpo, rilassando i muscoli che non sono coinvolti in quel momento; così ,sempre il respiro, ci può aiutare ad abitare la situazione scomoda in cui non vorremmo trovarci. E se la prima volta riusciamo solo per un secondo perché poi arrivano i giudizi, le tensioni e le paure, va bene così. Magari la volta dopo i secondi saranno due, o magari ancora uno, o forse nessuno. Ma piano piano qualcosa si scioglie e magari, quando arriva la preoccupazione grande, scuote e stordisce, certo, quello fa parte dell’essere vivi, ma non sradica, non manda in frantumi, non diventa noi. Restiamo vivi, mentre attraversiamo una tempesta. Allenarci con qualche pioggerella vaporizzata è un bel regalo che possiamo farci per accogliere l’acquazzone e non è escluso che, prima o poi, ci piaccia persino stare senza ombrello per sentire meglio la forza e il sapore dell’acqua.