Top

Plexus: Kaori Ito, la bellezza danza fra i fili di una scatola

Plexus

Plexus: Kaori Ito, la bellezza danza fra i fili di una scatola

La bellezza che inghiotte. Come fanno i fili elastici all’inizio dello spettacolo risucchiando Kaori Ito, la splendida danzatrice giapponese insieme al telo nero che fa da sfondo. Una forma primordiale, vulvare, inizio di tutte le cose. E siamo dentro a Plexus di Aurélien Bory ospitato a Torinodanza.
Ed ecco la scatola di fili che suoni e lame di luce rendono viva. Le luci accarezzano, lambiscono, schiaffeggiano i fili transformandoli in pioggia, foresta, prigione. I suoni sono vitali e nutrono lo spazio di battiti cardiaci, passi, fruscii. E musica.
Un’ora di suggestioni minimali e dense come la calligrafia. Un’esperienza estetica ed estatica. La danza è quasi impossibile, ma non è mai paralisi. Il corpo si butta sui fili sfidandoli e rimanendo impigliato. Li usa per rimanere in equilibrio o per sfidare la gravità. Un leggero velo nero salta nello spazio, come un fantasma, per poi trasformarsi in kimono e poggiarsi sulle spalle della danzatrice che compie piccoli gesti con la sacralità della cerimonia del tè. Ora è un pesante e vischioso telo spesso trascinato a fatica dall’artista a rimanere imprigionato in una spirale di passi, come un segno di china lasciato da un pennello. I salti lo spingono verso il basso mentre la scatola ondeggia.
Poi i fili fanno da scale per una passeggiata sospesa, leggera e surreale. Sorpresa. Kaori Ito è appesa ai fili nel punto più alto come se la base superiore della scatola avesse una calamita. Lentamente scivola giù, si appende, i capelli lunghi buttati in avanti. E poi risale come una specie di uomo ragno per riscivolare giù, fra la bellezza e la poesia. Ora la danzatrice si muove sospesa come un’ombra proiettata da una lanterna magica, ora è come un plettro sulla cassa armonica di uno strumento a corde. Corde e ricordi. Il quotidiano è bandito. Siamo nella sfera dell’arte pura.
Ideatore, scenografo e coreografo di Plexus è Aurelién Bory che ha pensato lo spettacolo per Kaori Ito, musa dei coreografi più importanti degli ultimi anni, da Platel a Découflé. Plexus in latino è intreccio, fra i due artisti, fra oriente e occidente, fra danza e performance. Viene in mente il plesso solare, centro delle emozioni e delle passioni secondo Isadora Duncan, cuore del movimento e “dimora dell’anima”, chakra della padronanza di sé. Ma niente di tutto questo è Plexus. Puro elogio alla bellezza, alla sorpresa, allo spettacolo.