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La teoria del collage (che vale finché non ti innamori)

Photo by Mika on Unsplash

La teoria del collage (che vale finché non ti innamori)

Se sei innamorata o innamorato non hai scelta. Fai le cose che il cuore ti chiede e vai dove ti portano la pancia, la pelle, i polpastrelli. A volte fai cose ridicole, a volte buffe. A volte dici cose strane e vivi in una bolla senza fame e senza sete in cui si sorride molto e sembra non mancare nulla. Poi finisce e tutto punge e fa un po’ male e poi invece ricomincia, nessuno può sapere quando e come. E soprattutto con chi. Non c’è controllo. Non c’è fuga. Non c’è scampo.

 

Se non sei innamorata o innamorato, invece, puoi comporre il tuo collage. Con una persona esci perché ti fa ridere fino alle lacrime, con una perché parlate di filosofia o di cinema polacco degli Anni Sessanta fino a che anche l’ultimo neurone si dichiara sconfitto. Con una perché è piacevole andare a scovare tutti i ristoranti etnici del mondo, con un’altra ancora perché i corpi si capiscono a meraviglia. Una perché ti fa ballare tutta la notte, una perché nelle gite in montagna fa l’erbario e ti racconta ogni filo d’erba, una perché ti guarda in modo che ti fa sentire più bella o bello e così via.

 

Questa fase collage non è un ripiego perché non c’è “lei” o “lui”, è proprio una fase di espansione e di scoperta da vivere con il massimo dell’intensità. Come tutte le cose, soprattutto quelle belle, non durerà in eterno, arriverà qualcosa che si prenderà molto più spazio, e questo la rende unica e preziosa. Il collage non ama le programmazioni a lungo termine e vive nel fluire, si compone di minuto in minuto, si intesse di nuovi incontri, di risate e di luce. Vive di presenza, di istanti, di leggerezza. Non rivendica, non protesta, non intralcia. Non tornerebbe mai a casa la sera perché la luce è troppo bella, non si stanca mai, è solo un collage.

 

Photo by Mika on Unsplash